L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul Palermo e su Corini e sulla fiducia per la prossima stagione che, a detta del quotidiano, non sarà incondizionata.
La prima risposta sul futuro del Palermo, dopo la notte del suicidio perfetto davanti a 32.235 testimoni, è che Eugenio Corini sarà l’allenatore del prossimo anno. L’altra l’ha svelata il tecnico oltre la mezzanotte, dopo un lungo faccia faccia con i vertici societari negli uffici, mentre il “Barbera” si svuotava sotto la pioggia, nell’amarezza collettiva che ha avuto l’allenatore come bersaglio principale dei fischi:
«Voglio portare questa squadra dove merita — ha detto Corini — ho la visione chiara di quello che bisogna fare e anche la società, ne parliamo da due mesi. Il Palermo in questi 20 anni ha vinto la serie B due volte e aveva due super squadre: in una giocavo io e l’altra, allenata da Iachini, era appena retrocessa dalla serie A».
Parole con un messaggio chiarissimo: questo Palermo, per ammissione del suo stesso allenatore, ha dei limiti tecnici e mentali per puntare a grandi obiettivi e va rafforzato con una campagna acquisti di categoria. Ma l’altra lettura è che da questo momento, il tecnico chiamato in primis a consolidare la presenza in serie B, non potrà godere di una fiducia incondizionata, in vista di una prossima stagione che avrà obiettivi importanti.