Repubblica: “Palermo piange Schillaci, folla alla camera ardente «Un simbolo di riscatto». Lorefice: «Perdiamo un emblema della città»”

L’edizione odierna de “La Repubblica – Palermo” si sofferma sulla scomparsa di Totò Schillaci.

«È un simbolo di Palermo, un simbolo per il calcio. Per questo siamo qui». Così sussurrano due giovani fratelli, che insieme non raggiungono i 25 anni, mentre sono in fila con i genitori allo stadio Renzo Barbera per rendere omaggio a Totò Schillaci. La folla, inizialmente contenuta all’apertura della camera ardente, allestita al secondo piano dello stadio, cresce progressivamente nel pomeriggio, fino a diventare un vero fiume di persone. Tanti sono i giovani che hanno solo sentito parlare del campione, e tanti altri, ormai adulti, che hanno condiviso con Schillaci l’infanzia, le sue gesta calcistiche ai massimi livelli e la sua esperienza come insegnante al Ribolla.

«Sono amico di suo padre», racconta un signore robusto, «li conosco da quando abitavano al Capo. Mio figlio ha giocato con lui agli inizi». Il figlio, visibilmente commosso, conferma parlando della lealtà e bontà di Schillaci, qualità che vengono ricordate da molti, sia dentro che fuori dal campo. «Portava i figli a scuola», aggiunge una professoressa in fila, «mi ha sempre colpito la sua grande umanità».

Nel corso del pomeriggio, tra i tanti che fanno visita alla moglie Barbara, ai tre figli, al padre anziano e ai due fratelli, arrivano anche il sindaco Roberto Lagalla e il presidente della Regione, Renato Schifani. La camera ardente rimane aperta fino alle 22, e lo sarà anche oggi con lo stesso orario, mentre i funerali si terranno venerdì alle 11:30 in Cattedrale.

Fra i primi a rendere omaggio a Schillaci, il presidente del Palermo, Dario Mirri, seguito dall’intera squadra rosanero e dall’allenatore Alessio Dionisi. Si attende anche l’arrivo di Roberto Baggio per i funerali, confermato dallo stesso “Codino” in un messaggio su Instagram, in cui ha ricordato la loro grande amicizia: «Fratelli d’Italia per sempre».

La giornata era iniziata con l’annuncio ufficiale della morte di Schillaci presso l’ospedale Civico, dove il nipote Francesco Di Mariano, attaccante del Palermo, è stato tra i primi a dare notizia della scomparsa dello zio: «Hai affrontato la malattia come un leone, riposa in pace e abbraccia la nonna». All’ospedale si è raccolta una piccola folla di amici e colleghi della scuola calcio Ribolla, tra cui Giorgio Masi, per anni allenatore nei campi di Schillaci. «Era un uomo spettacolare, sempre disponibile. Una persona buona», ha detto Masi, visibilmente toccato.

A mezzogiorno, un lungo applauso ha accompagnato l’uscita del feretro dall’ospedale, mentre la moglie, i figli e il padre anziano lasciavano la struttura in lacrime, protetti dalle forze dell’ordine. Scortato dalla polizia, il carro funebre ha raggiunto il “Barbera”, lo stadio dove Schillaci giocò due volte in partite ufficiali, con la maglia della Nazionale e con quella della Juventus. L’ultima volta fu per il suo addio al calcio, quando indossò la maglia rosanero in una partita contro il Camerun.

All’esterno dello stadio, i tifosi si affollano per l’ultimo saluto. Lo scheletro arrugginito del pallone che ospitava il centro stampa di Italia ’90 a Palermo, oggi circondato da palme secche e rami spezzati, sembra quasi un simbolo di un’epoca lontana. Eppure, le “notti magiche” vivono ancora nei cuori dei tifosi, come dimostra uno striscione che recita: «Le tue notti magiche non verranno mai dimenticate».

L’arcivescovo Corrado Lorefice ha voluto ricordare Schillaci come «un simbolo di riscatto», sottolineando come il campione abbia cercato di offrire opportunità ai giovani, sia attraverso la sua scuola calcio, sia sostenendo i richiedenti asilo dell’Asante Calcio. Le stesse parole si riflettono nei commenti dei tifosi in fila: «Un esempio per tutti i giovani», dice quasi in lacrime un anziano, «per tutti quelli che vogliono faticare per vincere nel calcio e nella vita. Peccato che il Palermo non abbia mai capito che uomo straordinario fosse e non lo chiamò mai a giocare in rosanero».

Nel tardo pomeriggio, lo stadio sembra prepararsi per una grande partita, mentre la folla continua a crescere. Al bar dello stadio, l’atmosfera sembra quella di una festa in onore di Totò. Alcune tifose, sedute a un tavolino in maglia rosanero, parlano e ridono mentre sullo schermo scorrono le immagini dei Mondiali del 1990, con Baggio e Schillaci che si abbracciano. «Abbiamo messo questi video apposta per queste giornate», spiega sorridendo la cassiera, «ci sembrava giusto ricordarlo così, con semplicità. Semplice, come era lui».