L’edizione odierna de “La Repubblica” riporta le dichiarazioni di Marco Petrucci, preparatore atletico del Palermo: «Difficile dire adesso come lavoreremo perché tutto il lavoro sarà parametrato sulla durata dello stop. Se, ragionando per ipotesi visto che non abbiamo date certe né su allenamenti, né sul ritorno in campo, lo stop dovesse essere di due mesi, il primo giorno di allenamento lo impiegheremmo per sostenere dei test motori in modo da capire il grado di condizione atletica di ogni calciatore. Testeremmo forza e resistenza parallelamente alle valutazioni del nutrizionista su massa magra e massa grassa: il risultato del nostro monitoraggio servirebbe per programmare una mini preparazione in vista del ciclo di otto partite che mancano alla fine del campionato e per dosare i carichi di lavoro individuali. Già oggi mancano le esercitazioni specifiche con la palla. Capire se il lavoro che stanno facendo i giocatori a casa ci aiuterà alla ripresa per agevolare il tipo di lavoro che dovremo affrontare è una domanda da un milione di dollari. Il nostro obiettivo adesso è non fare prendere peso ai ragazzi, evitare che perdano tono i gruppi muscolari che vanno più in sofferenza rimanendo fermi e allenare la resistenza con le cyclette. Le bici da camera aiutano, ma non è proprio la stessa cosa rispetto all’allenamento con la corsa. Quando abbiamo iniziato il ritiro a Petralia Sottana mancavano tre settimane alla prima partita di campionato. L’ideale sarebbe ripetere quel tipo di ciclo di lavoro. Tutto quello che abbiamo fatto in ritiro ormai è perso, sono passati più di sette mesi. Ma questo vale per tutte le squadre. Adesso sta tutto nel tipo di lavoro che fanno i ragazzi a casa. Nel mio lavoro le soddisfazioni più grosse le vedi sul campo allenamento dopo allenamento, in questo caso non ho il riscontro del campo, ma il tipo di lavoro che stanno facendo i ragazzi mi sta dando ugualmente soddisfazioni. Si comportano tutti da professionisti seri. Poi a fine allenamento tutti mi mandano il video delle loro sedute personalizzate e il resoconto di quello che hanno fatto, frequenza cardiaca compresa. È dura per una squadra lavorare ognuno per i fatti propri, ma il nostro è un gran bel gruppo di lavoro e merita di togliersi le soddisfazioni per le quali stiamo faticando».