L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma su una lezione shock tenuta dai vigili in una scuola materna a Palermo.
«Papà, sai che questa mattina hanno sparato a scuola per uccidere il cattivo?» Queste parole, pronunciate da una bambina di 4 anni appena rientrata dall’asilo, hanno lasciato senza fiato un genitore. «Mi si è gelato il sangue – racconta Francesco, il padre – poi mi ha spiegato meglio e sono rimasto sconvolto».
La vicenda si è svolta nel plesso Ferrara dell’istituto comprensivo Rita Borsellino, nel quartiere Magione di Palermo. Durante una lezione di educazione stradale, la Polizia Municipale ha inscenato l’arresto di un malvivente con una dimostrazione in cortile, utilizzando pistole a salve e un cane dell’unità cinofila. Davanti a una cinquantina di bambini tra i 3 e i 5 anni, gli agenti hanno esploso quattro colpi di pistola a salve e simulato l’immobilizzazione del “criminale” con l’ausilio del cane.
La scena ha suscitato reazioni contrastanti: alcuni bambini si sono spaventati, altri sono scoppiati a piangere, mentre altri ancora hanno passato la giornata a mimare con le mani il gesto dello sparo. «Sono rimasta scioccata quando mia figlia mi ha raccontato tutto – commenta una madre – Ho dovuto spiegarle che era solo una finzione e che non si spara ai cattivi».
L’episodio è diventato il tema centrale di discussione tra i genitori, sia all’uscita da scuola sia nelle chat di classe, dove sono piovute richieste di spiegazioni. Decine di mail sono arrivate alla dirigente scolastica, Lucia Sorce, che si è scusata per quanto accaduto. «Doveva essere una simulazione pensata per gli studenti delle scuole superiori, ma è stata proposta ai più piccoli. Le insegnanti non erano state informate del fatto che ci sarebbero stati spari: era stato detto che avrebbero usato pistole giocattolo», ha spiegato la preside, precisando che non era presente al momento della dimostrazione.
Secondo la dirigente, il programma era stato presentato come un semplice incontro di educazione stradale e la presenza del cane poliziotto doveva servire a catturare l’attenzione dei bambini. Tuttavia, il coinvolgimento di armi e una scena così violenta per bambini in età prescolare è stato ritenuto inappropriato.
I genitori hanno chiesto maggiore attenzione da parte della scuola nella verifica delle iniziative esterne in futuro. Durante una riunione, è stato chiarito che le responsabilità della scuola riguardano una mancata verifica del programma presentato. Rimane aperta la domanda su chi abbia scelto di mostrare una scena così forte a bambini così piccoli.
Sulla vicenda è intervenuta la consigliera comunale del PD, Mariangela Di Gangi: «Quanto è pertinente una simulazione di arresto, con l’utilizzo di armi, al tema dell’educazione stradale? È necessario riflettere sull’impatto emotivo ed educativo che tali attività possono avere su bambini così piccoli».
Il comandante della Polizia Municipale, Angelo Colucciello, ha assicurato che episodi simili non si ripeteranno. «Ho dato disposizione che queste simulazioni non vengano più proposte nelle scuole. È fondamentale tutelare i bambini e rispettare le diverse sensibilità. Detto questo, le attività erano state descritte e autorizzate dalle insegnanti, anche se c’è stato un fraintendimento. Resta il fatto che una dimostrazione del genere non è adatta ai bambini dell’asilo».