Repubblica (Palermo): Orlando: «Dopo la mafia batteremo anche il virus. Salvini…»
L’edizione odierna di “Repubblica” riporta le parole del sindaco di Palermo Orlando. «Trent’anni fa abbiamo vinto il virus della mafia, vinceremo anche questo». Chiuso nel suo studio di casa – una rivoluzione per lui abituato a stare fuori tutto il giorno con giacca e cravatta – il sindaco Leoluca Orlando, in attesa di fare il secondo tampone dopo che il primo è risultato negativo, sbircia dalla finestra la primavera che quest’anno è beffardamente arrivata in anticipo. «L’equinozio è il 20 e non il 21, ma per godercela questa primavera dovremo aspettare ancora un po’. Spero che arrivi prima dell’inizio dell’estate. Tutto questo non può e non deve durare a lungo». Nei suoi trent’anni da sindaco non ricorda niente simile. Eppure il “coprifuoco” in centro storico Palermo l’ha vissuto: «Ma non ha nulla a che vedere con questo terremoto che ci cambierà irrimediabilmente. Però quegli anni ci hanno vaccinati. Vinceremo anche questa volta». Sindaco che impressione le fa vedere la città pattugliata dall’esercito? «Sembrano i Vespri. Ma ho condiviso la linea del presidente della Regione Musumeci, seppure a malincuore. L’unica strada per evitare la catastrofe è limitare al minimo gli spostamenti. Dobbiamo stare a casa per prenderci cura dei nostri cari: i giovani dei loro nonni, dei loro genitori. Dobbiamo stare a casa per dire grazie a chi lavora negli ospedali». Non si può più uscire nemmeno per fare jogging al parco: non le fa impressione? «Moltissimo, ma era necessario stringere ancora. Dico che ho condiviso ma a malincuore perché per mia natura e formazione le restrizioni alle libertà mi fanno male. Ma il punto è proprio questo: accettare adesso con pazienza di vivere un dimensione di costrizione per tornare prestissimo a gioire della vicinanza degli altri. Io so bene che la stretta avrà conseguenze pesanti anche psicologiche e nervose. Ma finora Palermo ha retto meglio di altre città e anche se temo che i giorni critici arriveranno, se tutti rispettiamo le regole, magari potremo allontanare l’incubo che stanno vivendo città come Brescia e Bergamo. Sono ogni giorno in contatto con i sindaci». Palermo stava vivendo una stagione nuova, quella del turismo: case vacanza, b&b, ristoranti, bar. Quanto si è rivelato fragile questo sogno? «Il mio impegno quotidiano è quello di continuare a promuovere la città nel mondo: ho girato un video tradotto in tutte le lingue che mostra le bellezze di Palermo e lo sto convivendo su tutti i miei canali internazionali. Le conseguenze economiche saranno pesantissime. Ma ci rialzeremo. Palermo ce la farà». Ieri ha diffuso un video in cui dice “basta, basta, basta”… «Ce l’ho con chi ancora sta in giro mettendo a rischio prima di tutto i suoi cari. Per fare arrivare chiaro il messaggio anche nei quartieri, ci sono dieci macchine che girano per la città invitando a non uscire. Durerà poco se lo facciamo tutti». Non per tutti è facile restare a casa… «So bene che c’è chi non ha neppure due stanze ed è per questo che stiamo facendo uno sforzo straordinario per assistere le fasce più deboli. Abbiamo individuato all’Albergo delle povere lo spazio per accogliere 70 clochard. Forniamo a casa i pasti del banco alimentare: abbiamo riaperto le domande per raddoppiare il numero di assistiti, per ora 600. Attiveremo una postazione wi-fi davanti al centro di accoglienza di Biagio Conte perché ci hanno detto che molti ospiti escono in cerca di connessione». Mancano le mascherine… «L’ambasciata cinese ne ha donate a Palermo 20mila che arriveranno nei prossimi giorni. Le aziende le hanno ordinate. Rap sta facendo un grande sforzo per non interrompere i servizi e sanificare la città». Ha annunciato che slitterà il pagamento della prima rata della Tari: come farà con le casse del Comune che sono senza liquidità? «So bene che è un grosso rischio ma non si poteva chiedere in questo momento il pagamento della tassa: con Anci stiamo spingendo con il governo perché vari un decreto che prenda alcune misure straordinarie. Per esempio la sospensione del pagamento dei mutui della cassa depositi e prestiti e lo stop ad alcuni limiti imposti dall’Unione europea. Per dire, abbiamo 12 milioni in cassa ma non possiamo spenderli. Il modo di venire incontro alle amministrazioni esiste. La cosa bella è che ho ricevuto mail di cittadini che mi hanno detto che pagheranno la Tari lo stesso entro il 30 aprile. Quella che sta venendo fuori è un’umanità che aiuta stando a casa e che fa comunità nonostante le distanze». In queste ore c’è apprensione per il mercato ortofrutticolo: la paura è che si riduca l’offerta di frutta e verdura. «C’è l’impegno di trovare un’intesa ma il mercato riaprirà solo quando si potrà garantire la sicurezza. Speriamo a brevissimo. Per ora è chiuso, nonostante lo sciacallo Salvini abbia sostenuto il contrario».