Repubblica: “Palermo Omicidio Celesia. La madre di Naro: «Con il delitto in discoteca rivivo il dramma di Aldo»”
L’edizione odierna de “La Repubblica ” si sofferma sull’omicidio Celesia a Palermo.
Un altro ragazzo ucciso nelle notti della movida. In una discoteca al centro di Palermo, la Notr3, in mezzo a chi ballava e beveva, si divertiva. Due colpi di pistola e la vittima, Lino Celesia, 22 anni, cade a terra, senza vita. Uno scenario che riporta alla mente un San Valentino di quasi nove anni fa, quando a morire in una tempesta di calci e pugni alla testa e al corpo fu Aldo Naro, 25 anni, promettente medico in attesa di cominciare la specializzazione in Cardiologia.
La discoteca era il Goa, allo Zen. Oggi è rimasto solo il ricordo di quel locale, allora in voga tra i giovani, dopo la chiusura senza appello dei carabinieri. E la madre di Aldo, Anna Maria Ferrara, non perde una sola udienza in tribunale. Signora Naro, lei è una mamma in lotta da nove anni per avere giustizia. Cosa ha provato leggendo quest’ultima notizia? «Sono molto dispiaciuta. La mente è volata subito al mio Aldo. A quella sera, alla solitudine di mio figlio, lasciato morire a terra».
Anche in questa vicenda c’è un diciassettenne che ha confessato di avere ucciso. «Tutto molto strano, come per Aldo. Un minorenne che si autoaccusa, e si sa che la legge nei confronti dei minorenni è più morbida. Spero solo che i genitori della vittima non debbano vivere il nostro calvario e che la verità venga cercata con più impegno. Mio figlio subì tre aggressioni e venne buttato fuori dalla discoteca come un sacco di rifiuti. Morì nel cortile interno del locale, sotto la pioggia, nel gelo».
Sono passati nove anni dalla morte di Aldo. Come va il processo? È finito? «È tutto dolorosissimo. Il diciassettenne che si accusò dell’omicidio è stato già condannato e ha scontato la pena. È libero. Per la rissa ci sono stati cinque condannati. Uno di loro è ancora sotto processo per l’omicidio, insieme ad altri due imputati. Ma ho visto una totale mancanza di rispetto per la morte di Aldo»