Repubblica (Palermo): “Milena Lo Giudice, pediatra «Attenti, i bimbi non rischiano ma contagiano: tutti a casa»”
L’edizione odierna de “La Repubblica” riporta le dichiarazioni della pediatra Milena Lo Giudice: «In Sicilia solo due casi accertati di nuovo coronavirus fra i bambini. Rischiano meno degli adulti, ma fanno da untori. Sicilia? Dal punto di vista epidemiologico è migliore che in altre regioni in questo momento. A oggi (ieri, ndr) sono positivi un neonato di 5 mesi e un bambino di 4 anni, entrambi non gravi e in cura a domicilio. Altri sette sono in attesa di esito. In generale i dati mondiali dimostrano che non c’è nemmeno un decesso al di sotto dei 10 anni. I bambini raramente finiscono intubati, nessuno al momento in Italia». Quindi corrono meno rischi degli adulti? «Sviluppano sintomi meno gravi, ma non sappiamo perché. Un’ipotesi è che, essendo più abituati a combattere i virus, anche le vecchie forme di coronavirus, hanno una risposta anticorpale migliore. Ma proprio perché spesso sviluppano pochi sintomi — febbricola, raffreddore e tosse — il Covid può non essere diagnosticato e il bambino si trasforma in untore non essendo isolato. Per questo non dobbiamo abbassare la guardia. Ai genitori raccomandiamo di non portarli a spasso fuori casa». Le donne in gravidanza rischiano? «I dati che abbiamo a disposizione sono tutti relativi al terzo trimestre di gravidanza e dimostrano che non c’è passaggio verticale del virus tra madre e feto. Sui primi due trimestri non abbiamo dati. In generale qualunque virus nel primo trimestre ha un rischio teorico più alto». Quali sono le disposizioni per gli studi dei pediatri? «Nel mio studio c’è un’atmosfera surreale. La sala d’attesa è senza giocattoli, perché potrebbero essere veicolo di contagio. Ricevo in camice e con la mascherina decorata con i pupazzetti. L’ultima circolare dell’Asp impone che i pazienti debbano entrare uno alla volta e avvisare telefonicamente prima di venire, anche in caso di urgenza.
Inoltre non possiamo visitare i bambini che hanno la febbre senza i dispositivi di protezione individuale (maschera, cuffia, occhiali e tuta monouso) che a oggi non abbiamo. L’Asp ci ha comunicato che arriveranno la prossima settimana. A Bergamo si sono già ammalati otto pediatri di famiglia, a Palermo due pediatri ospedalieri». Come visitate i bambini? «I pediatri di famiglia devono fare il triage, anche sabato e domenica. Se il bambino è a rischio Covid, bisogna attivare il 118. I tamponi si fanno solo nei casi sospetti per non intasare i laboratori. L’ideale sarebbe farne di più, per individuare anche chi ha pochi sintomi e limitare i contagi, ma non è fattibile. Per questo è importante la quarantena preventiva. I bambini devono stare a casa». Quali sono i centri di cura in Sicilia? «La Regione ha individuato tre centri pediatrici per Covid-19: l’Ospedale dei bambini a Palermo, il Rodolico e il Garibaldi a Catania. Il problema è che le altre patologie pediatriche non sono andate in vacanza. I bambini immunodepressi rischiano di più in caso di contagio. Intanto le vaccinazioni nei centri delle Asp per ora sono sospese, tranne le prime dosi. Solo pochissimi pediatri di famiglia sono attrezzati per fare i vaccini ai neonati, ma se il blocco andrà avanti oltre il 3 aprile è giusto che tutti comincino a farli». Che consiglio darebbe ai genitori siciliani? «Dare ai figli la vitamina D, visto che in questo periodo vedono meno il sole. Fare attenzione all’alimentazione per combattere il sovrappeso, soprattutto nei più grandi. Stare attenti alle dipendenze da pc, tv, videogiochi e smartphone.
Inventate giochi, fateli correre intorno a un tavolo, leggete».