L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul divieto di bici, moto e monopattini in Via Maqueda.
I primi dieci monopattini sfrecciano in meno di un quarto d’ora. Poi l’andamento si mantiene costante: un mezzo che viola l’isola pedonale ogni minuto nell’arco di un’ora. Monopattini, biciclette, scooter elettrici e non. E anche auto e furgoni. Alle 11,30 di ieri in via Maqueda, dall’altezza dei Quattro Canti fino al Teatro Massimo, è stato un continuo viavai. Nonostante la pioggia che nel giorno dell’Epifania ha ridotto di molto la gente in giro a bordo di mezzi di mobilità dolce.
Eppure, da metà dello scorso dicembre, l’amministrazione comunale ha emanato un’ordinanza che vieta il transito di biciclette e monopattini in via Maqueda e in corso Vittorio Emanuele «per garantire l’incolumità dei pedoni e degli utenti della mobilità dolce». Una settimana dopo il divieto è spuntata un’altra ordinanza che fissa una deroga: via libera ai monopattini e le biciclette nelle due aree pedonali, ma soltanto dalle 5 alle 9,30, per consentire alle persone di raggiungere i luoghi di lavoro. Ieri, però, la fascia oraria del via libera era stata già abbondantemente superata mentre una mamma con la sua bambina a bordo dello stesso monopattino si immettevano dai Quattro Canti su via Maqueda e altre due biciclette spuntavano dalla traversa successiva per percorrere l’asse nella direzione del Teatro Massimo.
Nella tarda mattinata, uno scooter, poco dopo i Quattro Canti, scaricava comodamente buste di frutta e verdura per il ristoranti del primo tratto dell’area vietata al traffico. Attività commerciali che avevano sistemato alcuni sgabelli con sopra alcune piante oltre la striscia bianca che, sempre con un’ordinanza di dicembre, è spuntata su entrambi i lati di via Maqueda per delimitare i tre metri e mezzo di carreggiata libera che devono essere garantiti per la passeggiata dei pedoni e per i mezzi di soccorso. L’obiettivo era «riportare ordine e qualità nell’occupazione del suolo pubblico dei locali».