L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul caos ai Rotoli con le parole di Orlando e Lorefice.
Parole così dure non le aveva mai pronunciate: durante la messa celebrata nel cimitero degli insepolti nel giorno dei Defunti, l’arcivescovo Corrado Lorefice ha parlato di «corpi violati, violentati». «Non possiamo stare zitti, questo è inumano » , ha detto. Sapendo bene che per il sindaco Leoluca Orlando sarebbero state uno schiaffo. E infatti l’omelia shock che ieri ha pronunciato dal pulpito della chiesa del cimitero dei Rotoli, per Lorefice è stata una scelta sofferta. Quando, due ore prima di pronunciarla nel camposanto dove le bare in attesa di sistemazione sono ancora più di 800, l’ha inviata come fa sempre al primo cittadino chiedendo la cortesia di non divulgarla, sapeva che avrebbe scatenato una reazione. Ma pare non si aspettasse che la risposta sarebbe stato il banco vuoto, con Orlando che lascia i Rotoli dopo la benedizione al sacrario militare che si fa ogni anno, disertando la messa che si tiene poco dopo.
I due — Orlando e Lorefice — si sono scambiati qualche parola al sacrario: qualche minuto con le teste chine, l’una vicina all’altra. Poi la scelta del sindaco, già scosso dall’ultima inchiesta sui conti che
ha messo sotto indagine l’intera burocrazia di vertice, di non restare a sentire il duro atto di accusa di Lorefice. E di affidare la sua risposta indiretta a un video diffuso a tarda sera per raccontare quello che sta tentando di fare: « Stiamo facendo di tutto», dice Orlando, parlando di «vergogna» e di «orrore».
Ma è stato proprio questo — il continuo annuncio di soluzioni che poi non sono arrivate — a spingere l’arcivescovo a prendere una posizione definitiva. Da giorni i più stretti collaboratori di Lorefice lo esortavano a intervenire con forza, visto che finora aveva scelto un basso profilo rinunciando a una visita al camposanto. Il presule era perplesso, sapeva che Orlando non l’avrebbe presa bene e ha chiesto di documentarsi. Ed è stato dopo avere ricostruito il puzzle che ha scelto di manifestare lo sdegno senza sconti.
Nell’omelia ci sono riferimenti alle inchieste che hanno messo sottosopra i cimiteri — « nessuna trascuratezza, nessuna devastazione, nessun affare illegale, nessun interesse losco e criminale devono profanare questi luoghi sacri » — ma anche alcuni passaggi che inchiodano l’amministrazione alle sue inefficienze: «Inconcepibile e inspiegabile che si guasti il forno crematorio senza poterlo riattivare». E, ancora, la richiesta di una soluzione definitiva: servono nuovi spazi « dove si possano inumare e cremare i nostri defunti».