L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla pandemia Coronavirus in Sicilia e a Palermo. A Caltagirone è stato registrato il primo morto in Sicilia, un anziano cardiopatico 80enne di Sortino, nel Siracusano: «È morto — precisa l’assessorato alla Salute — per arresto cardiorespiratorio. Era affetto da patologie cardiovascolari e neurologiche». Diverso è il caso di un uomo di 59 anni, un tecnico di laboratorio dipendente dell’Asp di Caltanissetta, morto ieri all’ospedale Sant’Elia per una polmonite interstiziale bilaterale, sintomo specifico del coronavirus. Il paziente è giunto in condizioni critiche ed è stato ricoverato nel reparto di Rianimazione, dove è spirato qualche ora dopo. I medici lo hanno sottoposto al tampone per verificare se fosse affetto da Covid- 19, l’esito sarà reso noto oggi. Il tecnico, sposato, due figli, è rimasto per nove giorni a casa con febbre alta e difficoltà respiratorie. Dopo il peggioramento, la moglie ha deciso di chiamare il 118. I colleghi che lavorano con lui sono stati messi in quarantena. In quarantena pure tutti i medici e gli infermieri degli ospedali di Caltagirone e Augusta che hanno avuto contatti stretti con l’ottantenne. Se confermato, è il primo caso di contagio in provincia di Caltanissetta. Ieri in Rianimazione è finito un 61enne di Marsala. A Trapani c’è un secondo “positivo: un dirigente dell’Asp di 56 anni in osservazione all’ospedale di Alcamo. Alta tensione a Palermo, un 60enne in arrivo dalla Lombardia si è presentato all’ospedale Cervello con problemi respiratori e febbre. L’esito del primo tampone è risultato negativo, ma il medico ha deciso di tenerlo sotto osservazione in una stanza del pronto soccorso. In seguito è stato eseguito un nuovo tampone, risultato positivo. L’uomo è stato trasferito nel reparto di Malattie infettive, il pronto soccorso momentaneamente chiuso per essere sanificato e i 14 pazienti in osservazione trasferiti. Mosse che hanno scatenato il fuggi fuggi. Tensione pure nel vicino ospedale pediatrico del Cervello: un bambino con disturbi respiratori è arrivato direttamente al triage, senza passare dalla tenda che al momento è riservata agli adulti, accolto dal personale privo di dispositivi di sicurezza. È stato eseguito il tampone e il 118 lo ha trasferito con l’ambulanza in Malattie infettive. Panico anche all’ospedale Ingrassia. Ieri pomeriggio medici, infermieri e operatori socio- sanitari del pronto soccorso sono rimasti bloccati per ore nell’area di emergenza, con divieto per tutti di entrare e di uscire per ordine dei vertici dell’azienda. Gli operatori in servizio che avevano finito il loro turno non sono potuti andare a casa e quelli che dovevano iniziare non sono potuti entrare. Il motivo? «Nel pomeriggio — si legge nell’ordine di servizio — sarebbero transitati tre pazienti con sospetto Covid- 19». Pazienti sfuggiti al filtro della tenda allestita all’esterno della struttura, perché giunti con altre sospette patologie.