Repubblica (Palermo): “La mappa. Il tribunale, la caserma, la Regione. Paura virus: «Situazione grave»”
L’edizione odierna di Repubblica, parla della situazione Coronavirus in Sicilia. Il virus si insinua piano piano nei Palazzi. Colpisce il comando dei carabinieri, semina paura nei corridoi della procura, costringe all’autoisolamento il presidente della Regione e mette in quarantena la portineria di Palazzo d’Orleans – si legge -. Sembrerebbe il plot di un film di fantascienza, in cui una misteriosa malattia attacca il potere. Ma, invece, banalmente, il Covid- 19 colpisce tutti, è una livella che mette sullo stesso piano il pensionato e il politico, la casalinga e il togato.
La caserma Carini, sede del comando provinciale dei carabinieri, sembra un fortino. Ma il nemico, stavolta, è arrivato dall’interno, con due militari, marito e moglie, rientrati il 24 febbraio da un viaggio in Trentino-Alto Adige. Il loro aereo è decollato da Verona, e lì potrebbe essere avvenuto il contagio. Al suo rientro, l’uomo comunica il suo itinerario e si mette in quarantena, ma non prima — ovviamente non di proposito — di aver contagiato un collega. La moglie, in servizio in procura, invece, ha continuato a lavorare al secondo piano del Palazzo di giustizia ancora per qualche giorno – prosegue il quotidiano -. Il Covid punta in alto e arriva fino al comandante provinciale, il generale Arturo Guarino, che adesso, chiuso nell’alloggio di servizio, è in quarantena insieme alla famiglia. Così come gli altri vertici degli uffici investigativi del Reparto operativo nucleo investigativo. «Temo che la situazione sia ancora più grave — ha confidato venerdì a Repubblica, Guarino — stiamo chiedendo di fare più tamponi possibili » . Da qui, seguendo la coppia di carabinieri e i vertici dell’Arma, possiamo vedere come il virus è entrato nei Palazzi. I primi a imporsi l’autoisolamento erano stati alcuni magistrati della procura di Palermo che nelle scorse settimane erano stati nelle regioni più a rischio del Nord Italia. Il procuratore Francesco Lo Voi ha consigliato loro di restare a casa per un po’, e i colleghi, sarebbero quattro tra aggiunti e sostituti, hanno obbedito, per scrupolo. Ma, ancora, il virus doveva bussare al Palazzo. E lo ha fatto attraverso due porte. La preoccupazione aleggia anche in altri Palazzi. E riguarda soprattutto un incontro avvenuto il 6 marzo in prefettura, un Comitato per l’ordine pubblico cui partecipavano il generale Guarino e le altre autorità cittadine. «Rispettavamo già le distanze di sicurezza», assicura il militare. Palazzo d’Orleans. Qui i carabinieri non c’entrano. C’entra un incontro avvenuto a Palazzo Chigi, durante il quale il presidente della Regione Nello Musumeci era seduto accanto al governatore del Lazio e segretario del Pd Nicola Zingaretti, poi risultato “positivo” al coronavirus. Per precauzione, Musumeci si è messo in quarantena. Ma, per fortuna sua e di tutto il suo staff che ha tirato un sospiro di sollievo, i tamponi hanno dato sempre esito negativo. A Palazzo delle Aquile l’attività del Consiglio comunale è sospesa fino a nuovo ordine, mentre a Palazzo dei Normanni qualche gruppo parlamentare si è organizzato con il telelavoro, qualcuno ha presidiato l’ufficio, qualcun altro è rimasto a casa. Da oggi fino al 17 le porte dell’Assemblea regionale resteranno chiuse per sanificare le stanze, in vista della seduta di mercoledì prossimo, alla quale saranno ammessi soltanto i presidenti dei gruppi, i membri del Consiglio di presidenza e della sesta commissione, oltre all’assessore alla Salute. Ovviamente, e per sicurezza è stato sottolineato nella convocazione, bisogna rispettare la distanza di almeno un metro, «evitare strette di mano e abbracci».