Per il Palermo si potrebbe parlare di pareggio beffa visto il risultato di ieri contro il Bari che ha terminato la gara addirittura in 9 uomini. Gli uomini di Stellone hanno provato a portare i 3 punti a casa, ma di fronte hanno trovato un Bari che ha combattuto e non si è arreso. Di seguito quanto scrive l’edizione odierna de la “Repubblica”:
“Un pareggio che ha il sapore di beffa per il Palermo alla prima di Roberto Stellone sulla panchina rosanero. A dieci minuti dalla fine La Gumina trova il vantaggio, poi il Bari, rimasto in dieci per l’espulsione di Marrone, trova il pareggio a un minuto dalla fine con Nenè. Nemmeno l’assedio degli ultimi minuti, quando i pugliesi restano in nove per l’espulsione di Henderson, permette ai rosanero di tornare al successo. Il nuovo Palermo di Stellone ci prova, lotta, cambia pelle più volte nel corso della stessa partita, ma deve fare i conti con i fantasmi del passato: una rimonta subita e l’ennesimo infortunio, questa volta a Struna. In nemmeno ventiquattro ore Stellone stravolge gerarchie e sistema di gioco. Accantonato il 3-5-2, il nuovo allenatore del Palermo si affida a un 4-4-1-1 assegnando alla fascia sinistra il compito di portare palloni giocabili per le punte La Gumina e Coronado con le sovrapposizioni del terzino Aleesami e dell’ala Rolando; a destra Gnahorè deve presidiare la zona per garantire copertura alle discese del terzino destro Rispoli, mentre la coppia di centrali a centrocampo è costituita da Murawski e Chochev. Completano la formazione in difesa davanti a Pomini la coppia Struna e Rajkovic. Stellone ai suoi chiede coraggio e la ricerca continua della punte. Ma fra il dire e il fare c’è tutta la difficoltà di una squadra che deve assorbire le novità e provare a trasformarle in azioni. Una delle cose sulle quali puntava Stellone alla vigilia era provare a tirare con maggiore frequenza, ma il primo tempo fila via senza che nessun giocatore rosanero sia riuscito a liberarsi per il tiro. Coronado e La Gumina fanno un gran lavoro in fase di pressing, poi quando si imposta tutta la squadra fa fatica. L’azione più pericolosa per il Palermo capita al quarto d’ora con Rispoli che mette dalla destra il pallone al centro per La Gumina anticipato di un soffio da Empereur. Nel secondo tempo Stellone cambia di nuovo. La sua squadra è troppo timida e chiede di ripartire dal 3-4-2-1 con Rispoli costretto a un super lavoro: arretrare sulla linea dei centrali in fase difensiva e spingersi in avanti in attacco. L’allenatore del Palermo vuole che i suoi occupino gli spazi e si propongano. Una sorta di caos organizzato che però non libera mai gli attaccati al tiro. L’unico esentato dal doppio lavoro è La Gumina al quale Stellone chiede sempre di rimanere molto alto per costringere la difesa barese ad arretrare. Quando la punta prova a tornare si becca i rimproveri del suo allenatore. Poco prima del ventesimo Stellone cambia ancora: fuori Gnahorè per Moreo e si passa al 4- 4- 2 con Rispoli che torna a fare il terzino e l’ex attaccante del Venezia che si sistema sulla fascia sinistra con licenza di accentrarsi e scambiarsi la posizione con Coronado. Proprio Moreo, su cross dalla destra di Rispoli, ci prova di testa, ma non inquadra la porta. Sono segnali di una maggiore pericolosità per i rosanero che finalmente riescono ad alzare il proprio baricentro e accendono i quasi diciannovemila del “ Barbera”, nuovo record stagionale di presenze. Il Palermo a dieci minuti dalla fine trasforma paure e indicazioni in gol: La Gumina controlla una sponda di testa di Moreo su una verticalizzazione da metà campo e mette il pallone in rete. Poi il gol di Nenè determina il finale più amaro”.