L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla frontiera del 118 a Palermo.
«Fino a marzo per tutti eravamo gli angeli del soccorso, quelli che ti salvano la vita portandoti in ospedale, estraendoti da un’auto accartocciata, rianimandoti su un marciapiede – racconta un Francesco, per tutti “ Ciccio”, medico e decano del 118 del bacino Palermo- Trapani – ora ci guardano come gli angeli della morte, dove arriviamo con le tute bianche attorno a noi si aprono le acque del mar Rosso. La stessa gente che protesta per le chiusure e i divieti troppo duri quando ci vede fa dieci passi indietro, terrorizzata».
Superlavoro per i 200 medici, 450 infermieri, 850 soccorritori che ogni giorno si alternano su 90 ambulanze e coprono tutto il territorio delle province di Palermo e Trapani. Un organico tarato negli anni per volumi di 350 chiamate giornaliere e che con l’esplosione del Covid deve gestire ogni giorno 200 chiamate in più di cittadini che sospettano di essere stati contagiati.