L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla paura dei commessi dei supermercati. «I clienti — dice ad esempio Monica Di Capua, in servizio in un supermercato di Ficarazzi, in provincia di Palermo — non capiscono che devono entrare nel negozio con mascherina e guanti. Anche quando, come nel mio supermercato, i guanti vengono forniti all’ingresso, appena entrano se li sfilano. Abbiamo molta paura». Paura che in qualche caso diventa panico: «Qualche giorno fa — dice Marianna Flauto della Uiltucs- Uil — in un supermercato di Palermo un ragazzo si è presentato con la mascherina dicendo “sono positivo, ma sono solo e non c’è nessuno che faccia la spesa per me”. Non sappiamo se sia vero, ma sono stati allertati il direttore e le autorità. Il cliente nel frattempo è andato via». Tutti d’accordo sulla chiusura. Il nervosismo, del resto, è ordinaria amministrazione. «A volte — sbotta Antonio Di Paola, che fa il cassiere in un ipermercato di Catania — capita che la gente si infuri perché deve attendere il proprio turno fuori. Bisogna armarsi di santa pazienza e spiegare loro che l’attesa va anche a loro tutela». «A noi — rilancia Antonio Sorrenti, che lavora in un supermercato del centro di Messina — darebbe più tranquillità avere un cartello fuori che inviti a indossare le mascherine. Guanti e distanziatori possiamo darli noi. Ma alla mascherine devono pensarci i clienti». A volte basta un colpo di tosse perché si scateni la paura: «Nei primi giorni — racconta Giorgia Lonardo, cassiera nel quartiere Zisa — c’era un po’ di tensione quando un cliente tossiva senza sosta e non aveva mascherina. Non sapevamo come gestire la situazione, ma in fondo è anche normale essere raffreddati. Adesso ci sentiamo un po’ più attrezzati, ma la paura c’è sempre. Del resto la paura c’è anche a casa: ma noi stiamo sempre a contatto con la gente». «Facciamo il nostro dovere — scandisce la messinese Laura Crimaldi — stiamo lì a guardarci intorno, come del resto i nostri clienti guardano noi. Se sentiamo il colpo di tosse magari ci allontaniamo. Certo, la paura c’è».