L’edizione odierna di “Repubblica”, parla della chiusura del mercato ortofrutticolo e ittico a Palermo. Arance e ortaggi più cari, anche fino al 40 per cento e merce che scarseggia sulle ceste, mentre è sempre di meno il pesce sui banconi. Le misure di sicurezza anticontagio hanno ridotto al mimino i rifornimenti di fruttivendoli e pescherie: il mercato ortofrutticolo di Palermo, che garantisce il 45 per cento della frutta della città, è chiuso dall’inizio della settimana, vende a domicilio e non riaprirà prima di martedì. Chiusi sino a data da destinarsi anche i cancelli del mercato ittico della Cala e di quello di Porticello, con i pescatori che restano a terra. Se non è un problema per la grande distribuzione dei supermercati, che si riforniscono autonomamente e riempiono gli scaffali, si sono complicati gli approvvigionamenti di tutti i rivenditori di frutta e verdura e delle pescherie: meno merce e frutta più cara. Se ne sono accorti i clienti di Federico Giuseppe Renato, fruttivendolo di via Marconi, che da giorni ha alzato il prezzo delle arance a due euro al chilo, contro 1,50 abituali. «Gli agrumi sono tutti più cari, ma anche le mele, le pere e le banane sono aumentate del 40 per cento – dice il rivenditore – mi sono arrangiato andando a Villabate e Misilmeri. Ma arriviamo dopo i locali, la merce diminuisce e la paghiamo di più, così aumentano i prezzi». Dati empirici confermati anche da Gnoffo di via Restivo. «Ci sono ortaggi come i broccoli che non si trovano nemmeno, a Palermo ne prendevo 70, adesso ne ho trovati una ventina » . Il ricarico sul prezzo delle arance arriva fino a 20 centesimi al chilo in più. « È aumentata molto anche la verdura – dice Biondo di via Torremuzza – per esempio il cavolfiore è arrivato a 2,50 o 3 euro a pezzo, contro 50 centesimi o un euro in tempi normali» . E c’è chi è rimasto quasi a zero, come Gaetano Di Gregorio di via La Farina. «L’ultimo carico l’ho preso la settimana scorsa, oggi ( ieri ndr) sono stato in via Montepellegrino perché credevo che il mercato riaprisse, ma non ci hanno fatto nemmeno entrare». Vanno tutti in massa a Partinico, Misilmeri, ma soprattutto a Villabate i fruttivendoli palermitani. Ma da stamattina troveranno porte chiuse: ieri il sindaco Vincenzo Oliveri ha firmato un’ordinanza che chiude il mercato per oggi, lunedì e sabato della prossima settimana, mentre da martedì a venerdì si serviranno solo i venditori locali. «Siamo stati stati presi d’assalto e non potevamo garantire le misure di sicurezza anticontagio», dice Oliveri. Le misure saranno severe allo scaro di via Montepellegrino, che da tre giorni viene preso d’assalto dai venditori, in gran parte abusivi, respinti ai cancelli con l’intervento della polizia municipale. Al momento non si trattano merci, ma si vende solo su prenotazione, con i camion dei concessionari che escono in strada e consegnano all’esterno. «Ci stiamo organizzando con il domicilio, ma al momento vendiamo il 20 per cento della merce, anche se ci stiamo impegnando per incrementare le consegne e riaprire la prossima settimana in condizioni di sicurezza» , dice Alberto Argano, presidente dei grossisti ortofrutticoli di Confcommercio Palermo. Al momento, la misura proposta dal Comune è spalmare il numero di acquirenti ammessi all’interno dello “ scaro” in due turni da due ore e mezza, in cui potranno accedere due gruppi da 200 persone. Sono chiusi sino a data da destinarsi i mercati ittici di Palermo e di Porticello. «Senza piazze di vendita e ristoranti molti pescatori si fermano e riducono il pescato – dice Laura Balistreri della cooperativa Mare Nostrum – alcuni riescono a rifornirsi da Mazara e Sciacca o con fornitori personali o barche di paranza » . Le conseguenze si sentono nelle pescherie. «Abbiamo fino al 60 per cento del pescato in meno sui banconi», fanno sapere da una pescheria di corso Calatafimi. Qualcuno è pure fermo da una settimana, come la pescheria Pellerito. «Intorno a noi è tutto chiuso – dice il titolare – il pescato di qualità non si trova e per ragioni di sicurezza mi sono fermato il 14 marzo » . Resiste solo chi si attrezza con fornitori personali o rifornimenti a lungo raggio. «È un po’ più difficile trovare il pesce, ma ci riforniamo a Mazara e Sciacca» , assicurano da Isgrò del mercato del Capo. « Mancano prodotti come i calamaretti e non c’è abbondanza, ma garantiamo del pescato e i prezzi sono stabili – fanno sapere dalla pescheria Di Falco – speriamo che il mercato ittico della Cala riapra la prossima settimana».