L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla questione intercettazioni del comune di Palermo.
È uno dei principali indagati nell’inchiesta sui falsi nei bilanci del Comune, ma è diventato anche il principale accusatore. A sua insaputa. Le parole del ragioniere generale Bohuslav Basile, intercettate dalla Guardia di finanza e rivelate lunedì da Repubblica, sono adesso un terremoto per Palazzo delle Aquile. È Basile a dire: « Mi mancano un sacco di soldi… entrate gonfiate dei tributi, minchia mi viene da piangere». Confermando così la tesi del pool coordinato dal procuratore aggiunto Sergio Demontis.
È ancora Basile a dire parole pesanti quando gli viene detto che il sindaco Orlando vuole più stanziamenti per il Teatro Massimo e per il Biondo: « Allora ci sono due milioni e mezzo vincolati, per l’imposta di soggiorno — sbotta al telefono con la vice capo di gabinetto del primo cittadino il 7 novembre 2019 — Il punto è che il sindaco vuole dare, ed è un pazzo, 3 milioni e 7 al Massimo, un milione e mezzo al Biondo, cioè stiamo parlando di cifre stratosferiche rispetto… quasi sei milioni di euro ai teatri, ma come facciamo?».
Si sente assediato il ragioniere generale. E telefonata dopo telefonata finisce per confessare involontariamente alla procura il disordine che avrebbe portato ai falsi in bilancio. Il 17 settembre 2019, chiama il dirigente Francesco Fiorino e gli dice: «Senti, abbiamo un altro problema sulla piattaforma, debiti commerciali… è un problema enorme che ci potrebbe costare l’anno prossimo una sanzione di 20 milioni di euro, mi segui? » . Spiega: « Ci sono una serie di fatture caricate su questa maledetta piattaforma, la Pcc, con la quale tu dovresti avere dimestichezza, e in particolare ci sono decine e centinaia di milioni di euro, per la precisione 314, che a noi risultano pagati come Comune, ma che nella piattaforma sono tutte utenze e società partecipate » . Il disordine all’ordine del giorno.
È ancora Basile a chiamare in causa l’assessore alla Mobilità Giusto Catania ( che non è indagato): «Poi mi parlano davanti a me apertamente che hanno truccato le carte per non aumentare la Tarsu 2019 » . Un’altra conversazione al telefono finita nel rapporto inviato dal nucleo di polizia economico finanziaria alla procura, il 3 giugno dell’anno scorso: in 410 pagine ci sono le trascrizioni di decine di intercettazioni che si sono sviluppate nella seconda parte del 2019. Intercettazioni che raccontano i giorni convulsi in cui i conti non tornavano.