L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul Palermo e sull’insaziabile Brunori.
Ha raggiunto il record di Sukru, sette volte in gol di fila, che resisteva da 71 anni. Entra nella leggenda rosanero e non si accontenta. Matteo Brunori va oltre senza mezze misure: «Questo primato rappresenta un motivo d’orgoglio e mi carica ancora di più perché fa piacere rimanere nella storia del Palermo e il ricordo di questa mia impresa resterà vivo chissà per quanto tempo. Ma non sono al traguardo. Riparto da Avellino con rinnovate emozioni e speranze. Attraverso un periodo felice e voglio continuare così».
Una dedica a sé stesso, alla famiglia, al club e ai tifosi. C’era da aspettarselo. Entrato nell’età dove non si può più sbagliare, con una valutazione che sale di prestazione in prestazione, sente che i gol sono la chiave per una spinta decisiva alla carriera. Chi avrebbe pronosticato in estate, a parte Filippi e Castagnini, la sua esplosione, soprattutto dopo le ultime stagioni avare di reti (appena sei)? Oggi l’attaccante è in piena ascesa, convinto di avere imboccato la strada giusta. Quella che potrà aprigli allettanti prospettive, se con i rosa o altrove si vedrà. Intanto, si gode il momento di gloria: «Non me l’aspettavo anche se in cuor mio, visto come andavano le cose, sognavo di farcela. Sono soddisfatto, questo risultato mi fa stare bene, mi regala nuove energie ed entusiasmo che trascino in campo e che producono maggiori convinzioni: è tutto concatenato». Il record lo legherà per sempre al Palermo, qualunque siano le decisioni future che non dipendono solo da lui.
La favola diventa realtà. Ma per la B serve ben altro e tutto passa dal suo rendimento. Più segna e più ogni ipotesi può prendere valore: per la sua definitiva affermazione, per ulteriori successi personali, per il rilancio di Baldini, per le ambizioni di una società che dalla promozione potrebbe trarre slancio per un nuovo progetto. L’italo-brasiliano è l’uomo della provvidenza e può dare una svolta ai prossimi anni. Juve e play-off permettendo. La B sistemerebbe tante cose: Mirri, in attesa di chiarire se e a chi venderà, avrebbe la possibilità di spingere per la riconferma. Per ora, l’unica certezza è il centravanti, in quanto al resto bisogna attrezzarsi. E spera[1] re in un finale di campionato travolgente. Si dice che un giocatore non fa una squadra, come l’abito non fa il monaco. L’espressione non vale per il bomber. Con lui in splendida forma, la manovra offensiva è un’altra musica.
Il neo recordman sembra aver trasformato il Palermo. E persino Silvio Baldini. Ma deve accendersi ancora: più successo, più responsabilità, la sua dolce condanna. Dopo la sosta natalizia e il rinvio per il Covid, in nove partite, anzi otto, perché a Catanzaro ha giocato solo alla fine, Brunori ha fatto centro, con una media strabiliante: un gol ogni 77 minuti, mentre in precedenza ne aveva realizzati sette in venti presenze. Ma non basta. Ecco perché non intende fermarsi. E poi c’è da scalzare Sukru dal gradino più alto del podio. E, per farlo, bisognerà colpire anche ad Avellino. La fiducia non manca. Brunori, fantasioso e tecnico, ha confermato, oltre al carattere positivo, di sapere agire da cannoniere di movimento («non ho certo il fisico da prima punta»), che lavora per i compagni, ma che dentro l’area di rigore si trasforma, si smarca e calcia in porta con sicurezza.
Da quando c’è Baldini, ha ripreso a segnare con frequenza. Le sue conclusioni sono autentici tocchi di classe, veri e propri gioielli. Tutto mamma e promessa sposa, non ha hobby particolari e neppure una play-station. Nulla a che vedere con Sukru, che dopo il calcio sarebbe diventato giornalista, superbomber di circa cento chili, tipo da gossip tanto che, protagonista di risse clamorose e di sbronze memorabili, sempre attorniato da donne stupende, una volta, in un nightclub, piantò un coltello vicino alla mano del suo allenatore, Viani, che l’aveva sorpreso a fare le ore piccole. Una vita avventurosa, ben altro profilo rispetto a Brunori i cui sogni attuali sono, oltre al titolo di capocannoniere detenuto da Moro, il matrimonio con Dalila e, come regalo di nozze, la vittoria agli spareggi. Per realizzarli dovrà migliorarsi a cominciare da Avellino. Sfida che, a poche giornate dalla fine, e con un calendario terribile, diventa una vera e propria prova della verità per capire quanto la squadra sia cresciuta, fuori casa, in vista dei play-off.