L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla storia di difensori rumeni al Palermo.
I giganti rumeni nel destino del Palermo. Dei marcantoni di grande fisicità per difendere l’area rosanero dagli attaccanti avversari. Il primo è stato Valentin Nastase, poi è toccato a Dorin Goian e adesso, l’ultimo in ordine cronologico, Ionut Nedelcearu. Con l’arrivo del difensore dal Crotone si scrive un’altra pagina nella tradizione di difensori centrali della Romania, in momenti di svolta della storia del Palermo.
Come detto, in principio è toccato a Valentin Nastase, arrivato a Palermo esattamente nell’estate di vent’anni fa, nell’anno uno dell’era Zamparini che svuotava la rosa del Venezia per riempire quella dei rosa. Nastase è uno dei protagonisti delle due stagioni che avrebbero riportato il Palermo in serie A dopo 32 anni. Ha giocato 38 gare con 2 reti il centrale rumeno, solo omonimo del tennista Ilie, passato a Palermo, sempre in viale del Fante, dalla terra battuta degli Internazionali del circolo del Tennis. Di Valentin, approdato al Palermo nello stesso pacchetto con Mutarelli, i tifosi più attenti ai dettagli non ricordano solo le chiusure e i colpi di testa, ma anche il proverbiale tiro dalla lunga distanza, che gli dava il diritto di calciare le punizioni da fuori area.
E lui ricorderà il boato del “Barbera” dopo un gol alla Triestina. È stato utile sino alle fine Nastase, anche quando, nel 2004, a 30 anni, sarà scambiato con un conguaglio con il Bologna per portare in rosanero Cristian Zaccardo. Nel 2009 sarebbe arrivato il gigante – un metro e 94 di altezza –Dorin Goian, portato al Palermo di Walter Zenga per due milioni di euro dallo Steaua Bucarest, con cui aveva conquistato la maglia della sua nazionale. Quell’anno in rosa arriva anche Cristian Melinte, in teoria il sostituto di Balzaretti, in pratica una meteora. Di lui si ricordano 45 minuti disastri contro l’Inter a San Siro prima che Zenga sotto 4 a 0 lo sostituisse con Henarndez. Il primo anno invece Goian giocherà solo 11 gare, perché è il sostituto di Bovo e della rivelazione Kjaer.
È il biennio migliore della storia del Palermo, quello con Delio Rossi in panchina e in campo i campioni come Pastore, Miccoli e Cavani. Sono i due anni in cui i rosa raggiungono il quinto posto e il record di punti, con la qualificazione in Champions sfiorata e poi la finale storica persa contro l’Inter all’Olimpico, invaso da 35mila rosanero. In quel Palermo stellare Goian giocherà 36 partite in due anni, perché spesso è frenato dagli infortuni, come quello che al 24esimo minuto della finalissima di Coppa Italia, metterà nei guai il Palermo già rimaneggiato in difesa. Con il Palermo, a marzo del 2011, segnerà solo un gol, ma pesantissimo: la rete della vittoria nell’1-0 contro il Milan. Non di testa come un difensore roccioso e macchinoso, ma di rapina nell’area piccola, con una bella girata.
E arriviamo a oggi, al Palermo-City e a Ionut Nedelcearu, il nuovo rinforzo rosanero. Come i suoi predecessori connazionali è il classico centrale difensivo possente e abile nel gioco aereo. E anche lui ha un curriculum di tutto rispetto. È cresciuto nelle giovanili della Dinamo Bucarest, dove ha giocato per 5 anni con 89 presenze e 5 reti. Ed è entrato nel giro della nazionale, con cui ha totalizzato 21 presenze e due reti, una doppietta in 5-3 contro la Bielorussia, una maglia che il giocatore non vuole perdere e per cui servono piazze importanti. Nel2018, si è trasferito due anni in Russia con la maglia dell’Ufa e ha proseguito la carriera con l’Aek Atene in Grecia. Quindi è arrivato a Crotone l’estate scorsa, con un triennale e tante speranze. L’anno scorso ha giocato titolare con 34 presenze e 2 reti, ma è incappato in una stagione fallimentare dei calabresi, culminata con la retrocessione in serie C. È a Nedelcearu che il Palermo si affiderà per blindare una difesa dove ci sono già Marconi e Lancini. La tradizione dei difensori rumeni con la maglia rosanero è destinata a scrivere una nuova pagina.