L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sugli incendi a Palermo e soprattutto a Mondello.
Cinque villette distrutte dalle fiamme, duecento persone sfollate per una notte, vigili del fuoco e forestali impegnati a spegnere roghi che spuntano all’improvviso nel buio della notte di Monte Gallo, versante Mondello. Per i residenti di via Pindaro, via Mongibello e via Calpurnio è stato l’ennesimo incubo in una zona maledetta della borgata marinara di Palermo. Su una di quelle villette alle 12.30 del 27 novembre 2015 piombò il masso di decine di tonnellate che uccise Ornella Paltrinieri mentre dormiva in camera da letto. Lunedì alla stessa ora i residenti si sono accorti del primo focolaio che prendeva forza nella zona più alta del monte.
«Abbiamo chiamato subito i vigili del fuoco, la protezione civile, il Comune perché viviamo qui da decenni e sappiamo quanto poco tempo ci vuole perché le fiamme arrivino davanti alle nostre finestre — commenta Roberto Messina mentre guarda i bagliori del fuoco illuminare la sua abitazione — Purtroppo molte squadre erano già impegnate a Bellolampo, ad Altofonte e negli altri incendi già divampati. Abbiamo atteso ore prima dell’arrivo dei primi mezzi e intanto il fuoco scendeva».
Solo in serata, con ormai il fronte del fuoco a ridosso delle villette ai piedi del monte, è scattata l’evacuazione dei residenti. Ci sono stati attimi di tensione per i ritardi dell’intervento e perché, comprensibilmente, ogni proprietario era convinto che la sua situazione fosse la più grave e la prima ad essere affrontata. Ci sono voluti gli agenti delle volanti per riportare la calma. Immediato è scattato il protocollo con la polizia municipale che ha transennato l’area, i sanitari del 118 pronti a soccorrere anziani e abitanti sotto shock, vigili del fuoco e forestali antincendio schierati ad ultima difesa delle abitazioni. «Poco prima di mezzanotte sembrava una sfida vinta, con una sola villetta colpita dal fuoco — racconta Giusy, una residente che ha appena salvato una cucciolata di gatti dalle fiamme — Poi il vento è girato e ha trasportato la fuliggine ancora accesa dal fronte di Pizzo Sella. Ed è ricominciato l’incubo»