Repubblica (Palermo): “In città i primi 30 soldati, non frenano le passeggiate. Resistono ciclisti e ambulanti”

L’edizione odierna parla dell’intervento dell’esercito in Sicilia. Mascherina sul viso, mimetica e basco. L’Esercito arriva sulle strade della Sicilia e sembra di tornare ai tempi dei “ Vespri siciliani” del dopo-stragi. A Palermo già ieri pomeriggio, dopo l’ordinanza del questore Renato Cortese, i militari del Quarto battaglione Genio guastatori, una trentina in tutto, erano al porto e alla stazione centrale ma anche in alcuni punti nevralgici della città per garantire il rispetto del decreto “Io resto a casa”. I militari, richiesti a gran voce dal presidente della Regione Nello Musumeci, affiancano le forze dell’ordine nei controlli. Ma nonostante la stretta voluta dal governatore, Palermo ieri era tutt’altro che vuota. Per le strade c’erano i ciclisti al Foro Italico, le mamme che spingevano passeggini alla Cala, i cani e i loro padroni a passeggio in via Crispi. E, ancora, gli ambulanti ( molti abusivi) in corso Finocchiaro Aprile, corso dei Mille, via Messina Marine, via Garzilli e attorno capannelli di clienti tutt’altro che a distanza di sicurezza. In Sicilia i militari, altri cinquanta – si legge -, sono scesi in campo ieri anche a Trapani e ad Agrigento, soprattutto in due hotel che accolgono i migranti in arrivo sulle coste siciliane e che restano in isolamento per consentire di monitorare eventuali sintomi del Covid- 19. I militari sono tutti appartenenti al comparto impiegato per “ Strade sicure” e si spostano su pulmini “tattici”. Ma è una Sicilia a due velocità sul fronte dei controlli da parte dell’Esercito. Domani a Caltanissetta e a Gela una cinquantina di uomini saranno impiegati nei controlli. Tutto fermo ancora nella parte orientale dell’Isola. I prefetti fino a ieri sera erano ancora impegnati in riunioni per decidere la strategia da adottare. Tutto questo apparato, concepito e voluto per controlli sempre più stringenti e per evitare il dilagarsi dei contagi da Covid-19, sembra non avere impressionato chi, anche ieri, aveva deciso di scendere da casa. Tra questi, anche alcuni artigiani e i dipendenti di ditte ancora aperte. Un viavai di furgoni e furgoncini che in via Roma dava il senso di una giornata non certo di normale traffico, ma nemmeno di un coprifuoco non imposto ma caldamente invocato. «Se rimanere a casa è così importante per fermare il virus, allora il sacrificio lo devono fare tutti, aziende e professionisti compresi — commenta Sergio Ruvolo, con un filone di rimacinato sotto il braccio, comprato da un ambulante in corso Finocchiaro Aprile — Mi devono dire perché passeggiare in santa pace da solo, all’aria aperta, è più pericoloso che fare l’autista per un corriere espresso o l’operatore in un call center o il commercialista in uno studio». Rispetto alle scorse settimane il numero degli ambulanti che vendono pane, pesce, frutta e verdura è diminuito, anche perché con il mercato ortofrutticolo chiuso reperire la merce da vendere diventa complicato. In ogni caso, pur con meno ambulanti in giro, andando dallo Sperone fino alla Fiera lungo la via del mare o percorrendo le strade interne, lo scenario non era cambiato: il numero dei palermitani fuori casa era oltre le aspettative, con molte persone a bordo di mezzi aziendali ma anche con signore alla guida dell’auto con bimbi seduti sui sedili posteriori. Con centinaia di persone in fila fuori dai supermercati, tutte a distanza di sicurezza, ma anche con gli anziani a passeggio lungo via Maqueda.