L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul ritorno della Ztl notturna a Palermo, accompagnata non da poche polemiche.
Ci saranno trentuno occhi elettronici a vigilare sulla Ztl notturna che scatterà stasera alle 23 dopo quasi due anni di stop a causa della pandemia. Le stesse telecamere che blindano il perimetro vietato alle auto anche di giorno e che da metà settembre da cinque sono diventate, appunto, trentuno completando così il sistema di videosorveglianza. L’unico deterrente per gli eventuali trasgressori, visto che ormai i controlli in strada dei vigili urbani sono ridotti all’osso. In giro di notte per il centro storico c’è soltanto una pattuglia della municipale, a parte la decina impegnate sempre nelle ore notturne ma in postazioni fisse come l’ingresso di Palazzo delle Aquile e il mercato ortofrutticolo. «Ormai non abbiamo altre forze in campo, il personale scarseggia » , dicono dalla municipale.
Il Comune, ieri, ha emesso l’ordinanza che avvia di nuovo il provvedimento con l’obiettivo di « ridurre non solo i livelli di inquinamento ambientale all’interno dell’area controllata, ma anche i livelli di inquinamento acustico ». Il flusso di auto, secondo i dati dell’ufficio traffico del Comune, il venerdì e il sabato dalle 23 alle 6, è quasi quattro volte superiore a quello di un giorno qualsiasi della settimana nella stessa fascia oraria. «La pressione veicolare in centro nelle notti del fine settimana è a livelli pre Covid», ribadisce Giusto Catania, assessore comunale alla Mobilità.
Ma c’è un fronte del no che continua a chiedere maggiori servizi prima del nuovo avvio che, però, è stato già deciso. Non soltanto in seno alla politica, come per esempio il consigliere della prima circoscrizione Salvo Imperiale che ieri ha lanciato sul tema una petizione su change.org, ma anche fra commercianti e ristoratori: una buona fetta teme la riattivazione della Ztl notturna e continua a denunciare tutti i servizi che mancano.
« La verità è che non c’è un’alternativa valida al mezzo privato. Chi vuole venire in centro come dovrebbe arrivarci? – si interroga Luca D’Arpa del bistrot “Ferramenta” di piazza Meli – E a questo si lega anche il tema della sicurezza. All’1 o alle 2 del mattino, quando chiudono i locali, chi usa il bus per tornare a casa? Bus che in strada non ci sono del resto. Ci sentiamo presi in giro».