Repubblica (Palermo): “I piani antivirus. Mancano le mascherine, sos medici. La Regione cerca aziende: «Fatele qui»”
L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sull’emergenza Coronavirus. L’escalation di contagiati ha convinto la Regione ad avviare controlli a tappeto tra i medici. Il vero allarme riguarda comunque i dispositivi di sicurezza. La Protezione civile nazionale ha inviato in Sicilia le stesse mascherine non ospedaliere che hanno già fatto scattare la protesta dei governatori del Nord. Domenica sono arrivate, con acquisti fatti la scorsa settimana dalla Protezione civile regionale, 51.500 mascherine, 500 occhiali e 1.800 camici, subito messi in distribuzione. Ma sono insufficienti. Ad esempio, al Cervello, uno degli ospedali con reparti dedicati ai contagiati da coronavirus, sono state consegnate appena 1.500 mascherine chirurgiche e 100 occhiali, che bastano appena per qualche giorno. Il sistema di acquisto da altri Paesi è andato in tilt a causa della chiusura delle frontiere, e adesso far arrivare presidi sanitari in Sicilia è molto difficile: l’assessorato regionale lunedì sera aveva ottenuto il via libera all’acquisto di due milioni di mascherine attraverso alcuni Paesi dell’Est, ma ieri mattina è arrivata la notizia che il carico era stato bloccato alle dogane. Un disastro che ha convinto l’assessore regionale Ruggero Razza ad accelerare il piano B, cioè la riconversione di alcune aziende siciliane per la produzione di mascherine e altri dispositivi medici. L’assessore Razza ha già trovato un’intesa con il responsabile del distretto regionale della Meccatronica, Antonello Mineo. Nel distretto hanno sede sette aziende, tra Catania, Enna e Trapani, come la Proto, la Nebiolo e la Rica, che si sono dette pronte a produrre cinquemila mascherine in due giorni e altri presidi come camici e occhiali. Le aziende hanno già inviato alla Protezione civile i prototipi per avere il via libera definitivo all’avvio della produzione, che sarà acquistata del sistema sanitario siciliano o con fondi della Protezione civile regionale. «In 48 ore siamo stati in grado di realizzare i prototipi che sono in consegna — dice Mineo — le aziende sono già pronte alla produzione in larga scala per soddisfare il fabbisogno di dispositivi in Sicilia». «In questo momento delicato — aggiunge l’assessore alle Attività produttive Girolamo Turano — è fondamentale che il nostro apparato produttivo faccia la sua parte». Ieri Razza ha visitato le aziende dell’Ennese: «Da Roma arrivano altre mascherine inutilizzabili per gli ospedali — dice — per questo rinnovo l’appello a tutti gli imprenditori siciliani a mettersi in contatto con la Regione per aumentare la capacità di produzione e superare assieme questo momento difficilissimo». In queste ore comunque, presa coscienza della difficoltà a far arrivare materiale sanitario nell’Isola, politici e associazioni degli imprenditori stanno facendo di tutto per cercare nuovi produttori. La deputata del Movimento 5Stelle Elena Pagana, ad esempio, ha sondato la disponibilità delle aziende del distretto della plastica di Regalbuto, del polo tessile di Valguarnera e di Gagliano Castelferrato e del polo di Dittaino, mentre alcune imprese del “ Distretto del fashion” — una sessantina di aziende che attendono il riconoscimento dalla Regione — stanno ragionando su una collaborazione per la produzione in filiera, mettendo insieme le forze di più società.