L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul Palermo che venerdì affronterò al Barbera il Cosenza.
Il sogno di giocare la A col Palermo infranto su un muro di promesse (e reti) non mantenute. Sulla carta sembrava il matrimonio perfetto: Gennaro Tutino sarebbe arrivato in Sicilia, verace come la piazza con cui condivide anche il calore umano, per esplodere definitivamente con i rosa nel calcio che conta. Il gruppo di Corini avrebbe trovato l’alternativa e il supporto necessario a Brunori, unico baluardo continuo del gol nella scorsa stagione, per arrivare alle stelle. E invece qualcosa è andato storto. L’attaccante, dopo un’esperienza amara, è tornato a Cosenza, lì dove ha dato il meglio di sé, e incontrerà il Palermo venerdì da avversario al “Barbera”, ricominciando la sua storia proprio dal club rossoblu con cui conquistò la B nel 2017, lasciando la firma su un’annata magica con 12 marcature, 4 delle quali nei play-off. Uno dei momenti più luminosi di una carriera vissuta tra alti e bassi per il giocatore nato a Napoli e cresciuto nella frazione di Lago Patria nel mito dei…“Ronaldo”: dal Fenomeno (il preferito) a Cr7, passando per “Dinho”, quei grandi che con la palla facevano quello che volevano.
In rosanero Tutino non è riuscito ad emularli e ad ingranare la marcia decisiva. In quattro mesi all’ombra di viale del Fante solo tre reti, la prima addirittura dopo essere sceso in campo nove volte senza lasciare il segno, più un rigore sbagliato contro la Reggina. Adesso, invece, l’amore di Cosenza lo ha riempito: sempre titolare, due centri nel torneo e uno in Coppa Italia. Fiducia cieca e tempo, due ingredienti che il Palermo innestato nel progetto “made in City Goup” non si è più potuto permettere. Di proprietà del Napoli sin dalle giovanili, dal 2008 al 2021, Tutino fu sedotto e abbandonato dalla squadra della propria città: tantissimi prestiti (Vicenza, Gubbio, Avellino, Bari, Carrarese, Cosenza, Verona, Empoli, Salernitana) e mai un luogo da chiamare casa. A 16 anni l’esperienza con i big nel ritiro guidato da Benitez, insieme a Hamsik – al quale copiò la cresta – e Cavani, con cui ha anche una foto che conserva gelosamente. Attimi scolpiti nel cuore per il calciatore innamorato dei partenopei che disse di “no” anche all’Inter, alla Juventus e… al Manchester City. Proprio quel City ora proprietario del Palermo.