L’edizione odierna de “La Repubblica” riporta le dichiarazioni di Giuseppe Spagnolo, diventato virale sui social dopo la grigliata sui tetti dello Sperone nella Pasqua 2020.
«Grigliata? Sul tetto no. Anche perché in giro per il quartiere c’era troppa polizia a controllare. Ma a casa mia sì. Una festa in famiglia. Eravamo io, mia moglie, i miei quattro figli, i cognati. La carne l’abbiamo arrostita nel cortile. Ricordi di quel giorno? Solo belli. Io non volevo offendere i malati di Covid e la gente lo ha capito, cominciando a volermi bene. Ma lo scorso anno c’era il coronavirus, arrivò la polizia e ci multarono tutti. Nella mia famiglia io, mia moglie e mio figlio. Quattrocento euro l’uno. E fummo denunciati per “rischio crollo del palazzo”. Potrebbero condannarmi a 6 anni di carcere».
«Allora spiegai in un post che non pensavo di fare niente di male. Da quel momento cominciarono a guardarmi in tanti con simpatia. Grazie a quel video pasquale ricevetti telefonate di complimenti dalla Cina, dall’Inghilterra, dalla Francia, dalla Germania e dal Giappone. Sono stato ingenuo a dire che mi dovevano pagare 1.500 euro a intervista. Ma non ne potevo più di essere cercato da tv e giornali. Mi sentivo sequestrato. Ancora oggi, quando cammino per strada, la gente mi circonda per sentirmi parlare. Così si crea assembramento, arriva la polizia, e chi multano? Giuseppe Spagnolo».