L’edizione odierna de “La Repubblica” riporta le dichiarazioni di Giacomo Filippi, allenatore del Palermo, in vista della sfida contro il Foggia:
«Contro la Vibonese a me la squadra non è dispiaciuta, certo avrei preferito vincere, ma la squadra ha fatto quello che avevamo preparato.
Il nostro modulo è questo e rimane questo. Ognuno può esprimersi come meglio crede. Ma la squadra lavora bene, è attenta e tiene bene il campo. Fino a due settimane fa dopo la vittoria di Caserta non c’erano tutte queste perplessità. Andiamo avanti e poi tireremo somme. Per me nemmeno Catania era decisiva, semmai è una partita determinante che dobbiamo giocare alla morte per vincerla come abbiamo sempre fatto. Mancano quattro partite, ma i punti sono sempre tre. Per me la partita decisiva è quella secca, quando non hai vie di scampo. Anche se avessimo vinto contro Monopoli o Vibonese avrei detto che con il Foggia sarebbe stata determinante e non decisiva. Sabato abbiamo fatto una buona prestazione, ma nessuno dice che se avessero fatto gol Rauti o Floriano o se avessero dato il rigore netto a Santana oggi avremmo parlato di altre cose».
«Saraniti? È convocato, ma non è che prima dell’esclusione avesse fatto venti gol. Anche lui come tutta la squadra ha avuto difficoltà a concretizzare le occasioni che creiamo, succedeva pure con Boscaglia. Al novanta percento abbiamo le idee chiare su chi giocherà. Schiereremo chi potrà darci le migliori garanzie. Da Saraniti e da ogni altro giocatore mi aspetto sempre, perché è una cosa professionale e dovrebbe essere naturale, che chi è chiamato in causa dia sempre il massimo. Non vorrei che qualcuno possa pensare che siccome non ha giocato perché qualcun altro ha preso il suo posto quando è chiamato in causa dica “ah, adesso hai bisogno di me?”. Invece si deve fare cambiare idea all’allenatore e dimostrargli che la scelta fatta in precedenza è sbagliata. Mi aspetto questo da chi vuole il bene del Palermo».