L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma su Corini preso di mira dalle critiche dei tifosi. Il quotidiano riporta anche qualche dichiarazione di alcuni supporters in merito al tecnico.
Dopo il pareggio incolore contro il Cittadella, dalla società di viale del Fante traspare la delusione per i risultati, ma non per le prestazioni e sul tavolo del City Group non c’è un dossier sul problema dell’allenatore. Eppure, allo stadio, sui social, nei bar e nelle piazze non si parla d’altro: l’idillio tra l’ex capitano dell’epoca d’oro rosanero e i tifosi sembra essere svanito. «Massimo rispetto per Corini da giocatore, è stato un simbolo per il Palermo, ma come allenatore non funziona», taglia corto Antonio Scafidi, 66 anni, panellaro del mercato del Capo, che poi ingaggia un dibattito, in piazza Beati Paoli, cuore del centro storico e del tifo intramontabile, con il suo collega Gioacchino Campanella. «Questa squadra è stata costruita troppo in fretta e manca l’amalgama – gli risponde lo storico venditore di frattaglie della piazza, 66 anni, tifoso del Palermo che recita a memoria la formazione dell’ultima promozione in A dei primi anni Settanta – Non credo che Corini sia un allenatore scarso, basta vedere quello che ha fatto a Brescia e con il Chievo, ma in questo momento, per il bene della squadra, bisognerebbe sostituirlo».
Con il penultimo posto in classifica e zero vittorie nelle ultime 4 gare sono pochi i tifosi che difendono l’allenatore, sebbene allo stadio siano andati in media 19.750 spettatori. «Stimo Corini anche come allenatore e non credo che un altro tecnico in queste circostanze avrebbe fatto meglio – dice Bartolomeo Prezzemolo, 73 anni, titolare dell’omonima salumeria e tifoso dal 1960 – Occorre insistere e dare più tempo e sono certo che ci salveremo». Ma sui social ormai impazza l’hashtag #CoriniOut. «Nessuno discute il grande giocatore Corini, ma fa specie sentire dalla gradinata il coro “dimissioni, dimissioni” – dice Michele Calantropo, 52 anni, avvocato e abbonato storico – questa squadra non ha un briciolo di gioco, è messa male in campo e dall’esterno sembra che tra tecnico e giocatori non ci sia feeling, quello che adesso manca pure con il pubblico. Se la qualità individuale dei giocatori differisce così tanto dalla classifica allora la responsabilità è dell’allenatore».