L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sull’allarme Coronavirus a Palermo. La città si svuota, fra gli uffici mezzi vuoti e i turisti che spariscono. La psicosi, però, diventa anche il pretesto per non presentarsi al lavoro: e mentre i dipendenti Rap non scendono in strada a ritirare i rifiuti, negli uffici fioccano richieste di mascherine e guanti monouso, tanto che nell’azienda Villa Sofia- Cervello, dove è ricoverata la prima contagiata, sono state vietate le ferie anche per prevenire il fenomeno dell’assenteismo per paura. Ciò che spicca è l’assenza di acqua corrente all’anagrafe di viale Lazio. Un problema non da poco, non potersi lavare le mani: anche perché per la carta di identità elettronica serve l’impronta digitale dell’utente e il contatto diretto non si può evitare. La soluzione, al momento, è l’uso di mascherine e guanti. Ma ovviamente non basta: «Questo non deve più accadere – dice Nicola Scaglione, segretario provinciale della Csa-Cisal – Abbiamo inviato una nota per chiedere misure precauzionali soprattutto negli uffici con maggiore contatto con il pubblico». Nessun dipendente della Rap è disposto a lavorare senza mascherine, guanti monouso e disinfettante « Mascherine e disinfettante – dice Vincenzo Traina della Fit-Cisl – sono misure di base». Sui bus non sale più nessuno. Anche gli autisti, però chiedono garanzie su mascherine e guanti, minacciando uno sciopero: l’Amat, intanto, ha deliberato la pulizia straordinaria dei mezzi. « Stiamo facendo tutto quello che serve – dice il presidente Michele Cimino – per garantire il servizio pubblico e la salute dei lavoratori». Pochissimi turisti nelle isole pedonali di via Maqueda e del Cassaro. La pulizia è la priorità nelle scuole, dove non ci sono lezioni.