Repubblica: “Palermo, ecco l’accusa della procura: 30 milioni di buco in bilancio con la cessione dei titoli di credito. I dettagli”

L’edizione odierna di “Repubblica” ha fatto il punto sull’udienza tenutasi ieri presso il tribunale di Palermo. Ecco quanto si legge:“Tutto rinviato a sabato prossimo. È stata fissata per il 16 dicembre, infatti, l’udienza per discutere l’istanza di fallimento del Palermo. Il giudice delegato Giuseppe Sidoti ha disposto un rinvio tecnico di una settimana per consentire ai sostituti procuratori Francesca Dessì e Andrea Fusco di visionare il corposo dossier che il pool di avvocati e professionisti, guidato dall’avvocato tributarista Francesco Paolo di Trapani, ha depositato ieri a integrazione della consulenza di parte presentata dal Palermo la settimana scorsa. I pm se lo vorranno potranno presentare entro giovedì prossimo le loro controdeduzioni.
I pubblici ministeri del resto sono certi delle carte che hanno in mano e che sono il risultato oltre che delle indagini anche della consulenza firmata da Alessandro Colaci il 20 ottobre e che insieme alla nota del 22 maggio scorso del nucleo della polizia tributaria della guardia di finanza è fra gli elementi alla base dell’istanza di fallimento depositata il 17 novembre e notificata al club di viale del Fante via posta elettronica certificata il 20 novembre.
Fra i punti di forza dell’accusa ci sono i motivi che hanno spinto il Palermo a «creare falsi valori contabili — come si legge dalle carte — utili ad azzerare le perdite di esercizio » . Operazioni necessarie per avere liquidità in modo da garantirsi un equilibrio finanziario. Denaro racimolato anche grazie a società di factoring che hanno acquistato i crediti del Palermo in cambio di contanti. Secondo l’accusa in gran parte delle cessioni dei pezzi pregiati rosanero si è fatto ricorso al factoring per avere in un’unica soluzione i soldi derivati da accordi di pagamento che altrimenti sarebbero stati dilazionati e riuscire a iscrivere in un unico bilancio l’intera somma delle cessioni. Il nodo, però, è che invece di iscrivere fra le voci di attivo la somma versata grazie al contratto di factoring, il Palermo ha inserito l’intero credito al lordo della commissione, facendo quindi affidamento sulla carta su denaro che in realtà non è mai entrato nelle casse rosanero, cumulando un buco da una trentina di milioni di euro.
« Abbiamo massima fiducia nel tribunale fallimentare — dice il presidente del Palermo Giovanni Giammarva — Siamo sereni perché ci sono magistrati bravissimi. Non ho alcun dubbio sui conti. I tifosi possono stare tranquilli. Ora spetta al tribunale decidere. Spero presto, per tanti motivi » . « Non riteniamo che ci siano rischi di fallimento — aggiunge Francesco Pantaleone, uno dei legali del Palermo — il calciomercato di gennaio non è a rischio»”.