“Per ambizione meriterebbero forse un posto entrambe in serie A. Ma la sfida fra Palermo e Parma che andrà in scena al “Barbera” domenica alle 15 sarà solo una partita di serie B. E poco importa se fino a qualche anno fa le due squadre si affrontavano nel massimo campionato, contendendosi un posto nella cosiddetta parte sinistra della classifica. Ora la realtà del momento dice che quella gialloblu è una matricola del campionato, neo promossa dalla serie C, e quella rosanero è una squadra retrocessa dalla A che cerca di ritornare subito da dove è caduta. Dopo il terremoto che ha azzerato tutto con il fallimento del club a Parma è ripartito un nuovo ciclo societario, prima con la cordata di imprenditori locali riuniti sotto la società Nuovo Inizio con una partecipazione di un azionariato di tifosi messi insieme dal progetto Parma Partecipazioni Calcistiche; poi con l’acquisto del sessanta per cento del club da parte dei cinesi del gruppo Desports del trentaseienne Jiang Lizhang, arrivato dopo le promozioni dalla D alla C e poi alla B. I nuovi proprietari hanno scelto di affidarsi ai vicepresidenti Hernan Crespo e Giacomo Malmesi per guidare il club direttamente sul territorio. A Palermo, invece, la situazione è completamente diversa. Non c’è un presidente, ma un proprietario che ha tenuto per se la delega di consigliere delegato plenipotenziario dopo l’uscita di scena del trentatreenne Paul Baccaglini in seguito al mancato closing. La società è in vendita e il trader italoamericano è ancora in trattativa per l’acquisto, ma non più nelle vesti di presidente. Le macchine organizzative dei due club, però, sono entrambe ugualmente a pieno regime e hanno nel motore degli ingranaggi a forte accento siciliano. La gestione sportiva del Parma è affidata all’ex direttore sportivo di Trapani e Palermo Daniele Faggiano e all’ex team manager rosanero Alessio Cracolici. Accanto al diesse Lupo a Palermo c’è il team manager palermitano Vincenzo Todaro. Gli addetti ai lavori mettevano entrambe le squadre fra le favorite alla vigilia: a guardare la classifica quella rosanero sta rispettando i pronostici, mentre i gialloblu hanno avuto qualche passaggio a vuoto. L’undicesimo posto degli emiliani, però, non deve portare fuori strada nei giudizi, visto che i punti di distacco fra le due squadre sono solo tre. Paradossalmente ci sono più palermitani titolari che giocano nel Parma che nel Palermo: Di Gaudio e Calaiò sono punti fermi della squadra di D’Aversa, mentre fra i rosanero di Tedino La Gumina cerca di imporsi, Accardi e Fiordilino sono leggermente dietro a livello di gerarchie. Le differenze fra i club spiccano nell’allestimento dell’organico e nel valore di mercato della rosa: quella rosanero secondo gli analisti di Transfermarkt vale 29,63 milioni di euro; quella gialloblu 17,53 milioni di euro. Molto più alta, però, l’età media del Parma con 28,5 anni rispetto ai 25,3 del Palermo. Fra gli emiliani, che hanno chiuso il mercato con 1,3 milioni di euro di passivo, ci sono solo quattro stranieri; fra i siciliani, in attivo al calciomercato di 9 milioni di euro, gli stranieri sono 19. Il valore delle rispettive rose tiene conto anche dei nazionali: dieci fra prima squadra e settore giovanile quelli del Palermo, nessuno per il Parma. Un dato, però, che va messo in relazione con il campionato di provenienza più che con la programmazione. E che domenica potrebbe bilanciare ulteriormente il livello della sfida. Non c’è paragone, però, se il focus si sposta sulle rispettive bacheche: alla Coppa Italia di serie C vinta dai rosanero rispondono i gialloblu con tre Coppe Italia, due Coppe Uefa, una coppa delle Coppe, una Supercoppa Italiana e una Supercoppa Europea. Ma la serie B, per dirla alla Totò, è una livella e il blasone sarà l’unica cosa che non conterà”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “La Repubblica”.