L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla cessione del Palermo e sul semaforo verde arrivato dopo la parola fine al contenzioso con Di Piazza.
È stata respinta la richiesta di sequestro conservativo dei beni della Hera Hora, la holding che detiene la partecipazione del Palermo Fc, da parte di Tony Di Piazza e così si apre uno scenario favorevole all’ingresso di nuovi capitali nel club di Dario Mirri. La decisione è arrivata da parte del Tribunale di Catania che ha rigettato il ricorso della Italplaza Sports, società dell’ex vicepresidente e socio italo-americano. Sono state quindi accolte le difese a tutela del Palermo.
Il Tribunale ha inoltre affermato: «La stessa sussistenza del diritto ad una somma di denaro pari al valore della quota dovrà essere accertata in un eventuale giudizio di merito, insieme alla legittimità del recesso e alla responsabilità della stessa Italplaza per la violazione degli impegni assunti sulla base del business plan e del piano triennale concordati in vista dell’aggiudicazione del titolo sportivo della squadra di calcio della città di Palermo».
Tony Di Piazza aveva messo nel nuovo club, rinato dopo il fallimento, circa sei milioni di euro e dopo la sua uscita dalla società ne aveva chiesti il doppio come risarcimento: per la precisione 11,9 milioni, come scritto nel ricorso presentato dai legali dell’italo- americano lo scorso 21 settembre. Sarà necessario in questo caso un nuovo giudizio per stimare il valore effettivo del club e stabilire il rimborso di Di Piazza.
«La decisione – dice una nota ufficiale del Palermo – sgombra il campo da pretestuose illazioni, consentendo così di portare a termine le trattative che la proprietà sta da mesi responsabilmente conducendo per l’ingresso di nuovi capitali nel Palermo. Trattative che, vale la pena di ricordarlo, sono da tempo in corso, nonostante alcune fuorvianti ricostruzioni, solo con investitori seri e capaci di regalare alla città e ai tifosi le gioie che meritano».
A occuparsi della ricerca di nuovi possibili investitori è la banca d’affari Lazard. Ed è alla banca d’affari che il presidente Mirri ha sempre fatto riferimento. Banca che ha il compito di valutare eventuali manifestazioni d’interesse a dare il via libera o meno. Semaforo verde che è arrivato nei mesi scorsi per il fondo d’investimento con sede a Londra con il quale Mirri sta trattando la cessione della società rosanero che adesso potrebbe trarre nuovo slancio dalla sentenza di Catania.