Repubblica: “Palermo Due colpi, le urla: “Lino morì”. Il film della notte di piombo”
L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sull’omicidio di Celesia e il racconto di quella notte tragica.
Nella notte fra mercoledì e giovedì scorso — precisamente alle 2,38 — la telecamera piazzata sul distributore di benzina in via Giovanni Raffaele ha registrato la voce concitata di un giovane che chiamava per due volte un ragazzo. Poi, diceva: «No, no, no». Alcuni secondi dopo si sentono due colpi di pistola e grida di disperazione: «Linu, Linu, muriu, muriu». La telecamera ha registrato in diretta le voci dell’omicidio di Lino Celesia, avvenuto proprio in via Raffaele, davanti all’ingresso posteriore della discoteca “Noct3”. Il primo nome che si sente è quello del diciassettenne che poi ha confessato diaver fatto fuoco: «Per difendere mio fratello», ha ribadito davanti al gipNicola Aiello, ma è un’affermazioneche non convince fino in fondo.
Alle 2,40 un’altra telecamera riprende tre giovani provenienti da via Pasquale Calvi mentre raggiungono l’ingresso posteriore della discoteca: uno di loro brandisce un rastrello. Si vede un addetto alla sicurezza che apre la porta e fa entrare i tre. «Costoro, poco dopo, escono trascinando un altro soggetto che appare senza forze», scrive il giudice delle indagini preliminari Giuliano Castiglia. Quel “soggetto” è il fratello dell’assassino, che evidentemente era stato davvero picchiato dal gruppo di Celesia. «Sempre alle 2,40 — prosegue la ricostruzione del giudice — mentre i quattro soggetti si dirigono verso il marciapiede di fronte all’uscita posteriore della discoteca, si sentono le parole: «Rammi ’a pistola… rammi ’a pistola». Dammi la pistola. «E, al contempo, si nota uno dei quattro estrarre una pistola dalla cintola dei pantaloni di un giovane (è sempre il fratello dell’assassino)».
Ancora qualche minuto, e nel video spunta un’ambulanza: un gruppo di ragazzi è attorno al corpo di Lino Celesia, che poco dopo viene portato via. Nel frattempo, un’altra telecamera in via Ettore Ximenes riprende l’assassino e il fratello che si allontanano. Eccolo, il film di quella notte drammatica. Ma purtroppo questa non è una fiction. È il racconto di come in una tranquilla notte prenatalizia il centro di Palermo sia diventato un baratro che ha inghiottito due giovani, di 22 e 17 anni: uno è morto, l’altro adesso è rinchiuso nell’istituto minorile del Malaspina con l’accusa di omicidio premeditato. E attorno a loro in quella sera altri ragazzi, che si muovono come in branchi: nei filmati estrapolati dalla squadra mobile e dai carabinieri della Compagnia Piazza Verdi fra il distributore di benzina e alcuni negozi si vedono sguardi spavaldi, ma anche occhi smarriti, si sentono urla disperate. Se questo fosse solo un film, si intitolerebbe “Ragazzi in fuga”. Nelle immagini finite al palazzo di giustizia fuggono l’assassino e suo fratello, fuggono anche altri giovani. Chissà se sono complici o forse hanno solo paura.