L’edizione odierna de “La Repubblica – Palermo” si sofferma sui dieci carabinieri infetti a Palermo. La caserma “Carini” è stata blindata e altri trenta carabinieri sono stati sottoposti al test. Tra gli ufficiali è risultato positivo anche il comandante provinciale, il generale Arturo Guarino. E’ in quarantena con la sua famiglia nell’alloggio di servizio. Così come lo staff dirigenziale dei colonnelli e maggiori a capo degli uffici investigativi del Reparto operativo nucleo investigativo. Le attività all’interno del comando continuano ma, praticamente, i militari sono chiusi negli uffici e seguono prescrizioni rigidissime. Le denunce possono essere presentate attraverso uno sportello dotato di vetro. «Siamo divisi dalle nostre famiglie che vivono nelle altre stanze dell’alloggio. Ma temo – ammette il generale Guarino – che la situazione sia ancora più grave e stiamo chiedendo al 118 di estendere la possibilità di avere eseguiti più tamponi possibili». Il 6 marzo il generale Guarino aveva partecipato al comitato per l’ordine e la sicurezza in prefettura. Erano presenti anche il questore, ovviamente il prefetto, e i colonnelli risultati positivi. A sorprendere è il contagio anche di un colonnello che era stato a una riunione al comando provinciale ma che lavora in un’altra sede. «Eravamo a distanza di sicurezza e già da tempo seguivamo le prescrizioni», spiega il generale Guarino. Tutti i carabinieri del comando al momento non possono uscire dalla caserma. «Il ricoverato numero uno sta bene e non ha più nemmeno febbre – spiega il generale Guarino- e noi siamo asintomatici. Di certo, nonostante abbiamo sanificato tutti i locali e abbiamo rispettato le distanze di sicurezza, abbiamo contratto il virus. Significa che l’intervento è stato tardivo».