Repubblica (Palermo): “Dai finti jogger al sexy shop, seicento denunce in Sicilia”

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulle denunce in Sicilia per inosservanza ai provvedimenti dell’autorità. Le statistiche diffuse dal ministero dell’Interno dicono che sono i palermitani i più indisciplinati, circa seicento; seguono i catanesi, quasi la metà, tutti segnalati per l’ormai famoso articolo 650 del codice penale, che punisce chi non rispetta un provvedimento dell’autorità per ragioni di sicurezza pubblica e igiene, in questo caso il decreto del governo che ha imposto limitazioni negli spostamenti per limitare il diffondersi del coronavirus.
Al terzo posto della classifica degli indisciplinati ci sono i siracusani. Poi gli agrigentini. I più virtuosi sono invece gli ennesi: solo una sessantina sono stati segnalati nel corso dei controllo. «E i servizi proseguono — spiega il generale Cataldo — perché l’unico modo che abbiamo per prevenire la diffusione del contagio è restare a casa. Ma purtroppo in tanti ancora sembrano non rendersi conto della gravità della situazione che stiamo vivendo».
In provincia di Caltanissetta, i carabinieri hanno denunciato 10 cicloturisti russi che camminavano non rispettando la distanza prevista. Quattro minorenni sono stati invece segnalati ad Alcamo, l’altra notte, perché si erano dati appuntamento nel cortile di una scuola media per giocare. Evidentemente, tanta era la nostalgia di tornare in classe. A Siracusa, dieci persone sono state sorprese ad allenarsi all’interno di una palestra, una denuncia è scattata anche per il titolare. È andata peggio a un uomo di Castelvetrano, che ha addirittura forzato il posto di blocco, perché non voleva essere controllato: è stato arrestato. Gli ultimi segnalati sono a Catania: quattro clienti e il titolare di un “Weed shop”, negozio adibito alla rivendita di cannabis light, con annesso sexy shop. I carabinieri del nucleo operativo della Compagnia di Catania Piazza Dante hanno anche disposto l’interruzione dell’attività commerciale. Intanto, vengono analizzati 430 grammi di marijuana, ritenuta non compatibile con quella di libera vendita. Le conseguenze per il titolare potrebbero essere anche maggiori. «I controlli non si fermano», ripete il generale Cataldo, che si appella «al senso di responsabilità dei siciliani in questo momento così particolare».