Repubblica: “Palermo-Crotone? Fino a pochi anni fa era praticamente impensabile… I bilanci societari a confronto”

Fino a pochi anni fa era praticamente impensabile trattare della partita fra Palermo e Crotone come scontro diretto per non retrocedere in B. Le partite contro quella che una volta si chiamava Kroton venivano citate dagli esperti di cose rosanero solamente per ricordare tempi lontanissimi, quando non c’erano nemmeno i soldi per pagare i debiti con i fornitori di ghiaccioli. E invece oggi succede che la squadra di una città che ha circa 65mila abitanti sia quella da battere rispetto a una che oltre a essere capoluogo della Sicilia ha un numero di abitanti almeno dieci volte superiore a quello di Crotone. Ma il calcio non guarda in faccia blasone e grandezze geografiche, solamente gestione dei bilanci e risultati sportivi. E proprio questo aspetto ha portato negli ultimi sei anni a ridurre al minimo la distanza che c’è fra Palermo e Crotone. Rispetto alle politiche societarie dei calabresi, Zamparini è passato dal periodo degli investimenti, il più florido della storia rosanero, a quello della società in autofinanziamento. Il divario a guardare i bilanci è netto: il parco giocatori del Palermo si è svalutato di più di 100 milioni dal primo luglio 2011 ad oggi. C’è da dire che anche quando la strada scelta è stata quella dell’autofinanziamento con la cessione dei pezzi migliori, i rosanero hanno continuato a raggiungere piazzamenti lusinghieri in campionato. Prima di Zamparini pensare di giocare per più di tre stagioni di fila in Europa era un lusso da videogioco. Ma non sempre gli uomini mercato sono stati in grado di mettere a bilancio plusvalenze milionarie per coprire i buchi di bilancio e rinforzare la squadra. Soprattutto quando alla gestione sportiva pluriennale, come era capitato con Rino Foschi, è seguita quella stagionale, nel migliore dei casi, o quasi trimestrale da Panucci in poi. Solamente in questa stagione, per esempio, a occuparsi del mercato in casa Palermo sono stati in quattro: Foschi, Faggiano, Simic e Salerno. Una schizofrenia che si è fatta sentire anche sui conti. Nell’ultimo bilancio disponibile, proprio quello concluso con duecentomila euro circa di attivo, i numeri sono ugualmente allarmanti: a fronte di costi sostenuti per 91 milioni di euro, le entrate sono state di 52 milioni di euro. Il risultato diretto è stato quello dell’impoverimento del parco giocatori e risultati sempre peggiori dal punto di vista sportivo. La rosa che ha a disposizione Diego Lopez, quarto allenatore stagionale del Palermo, è di 28 elementi (in quattro però sono giocatori aggregati dalla Primavera) per un’età media di 25,5 anni. Gli stranieri sono 17, dieci dei quali nazionali (Gonzalez, Trajkovski, Sunjic, Rajkovic, Nestorovski, Aleesami, Cionek, Chochev, Jajalo e Sallai). Il monte ingaggi del Palermo è di 20 milioni di euro, quello calabresi di 14 milioni di euro. Nell’ultimo calcio mercato il Palermo ha ingaggiato Sunjic e Silva spendendo in totale 800 mila euro a fronte di entrate, bonus e obblighi di riscatto compresi, per 5,6 milioni di euro. Un dato che va sommato al saldo di 4,3 milioni di euro del mercato estivo frutto di acquisti per 14,7 milioni di euro e cessioni per 19 milioni di euro.

 

Basta riascoltare le parole che ha pronunciato l’allenatore del Crotone un anno fa per capire quale percorso abbia fatto la squadra calabrese negli ultimi dodici mesi. A gennaio del 2016 in panchina sedeva l’attuale tecnico del Genoa Ivan Juric. «Quando mi parlano di vittoria del campionato io rido – disse – come fa Ranieri quando gli dicono che il Leicester vincerà il titolo. Non potete nemmeno immaginare quanto siamo inferiori rispetto a Bari, Pescara, Cesena e Cagliari». Poi in realtà proprio con Cagliari e Pescara il Crotone è finito in A e oggi al “Barbera” sfida il Palermo presentandosi con due punti di vantaggio. Fino a qualche anno fa si sarebbe parlato di una sfida alla Davide contro Golia, ma oggi la distanza fra siciliani e calabresi è ridotta al minimo. Più per demeriti del Palermo che per meriti del Crotone, basti pensare che a giugno del 2011 il valore della rosa dei rosanero era di 142,8 milioni di euro, mentre quella del Crotone, che era in B, non arrivava a 8 milioni di euro. La società di Raffaele Vrenna, che in A ha affidato la squadra all’allenatore Davide Nicola, è cresciuta nel tempo fino a coronare il sogno promozione e raggiungere l’attuale valore della rosa che si aggira intorno a 25 milioni di euro. La differenza con il Palermo, sempre in termini di valore della rosa, si è abbassata a soli sette milioni di euro. Politiche decisamente diverse quelle che esistono fra le due società. Il Crotone, infatti, nonostante qualche periodo di crisi, ha scelto di continuare a puntare su Nicola. Per festeggiare la prima storica vittoria in serie A i calabresi hanno dovuto aspettare il 30 ottobre. Fino a questo momento di successi il Crotone ne ha centrati solamente tre a fronte di 14 sconfitte e 4 pareggi. A costruire la squadra negli ultimi 22 anni è sempre stato lo stesso direttore sportivo, vale a dire Giuseppe Ursino. Lui è il diesse più longevo del campionato e anche l’unico che è riuscito a portare la stessa squadra dal campionato di Promozione alla serie A, un salto record di sette categorie. Non a caso l’anno scorso il suo contratto è stato prolungato fino al 2019. La dimensione del Crotone è quella di una squadra che sa bene qual è il suo obiettivo. Negli ultimi tre anni dalla Calabria sono passati tantissimi talenti in prestito che si sono fatti le ossa nutrendo i bilanci della società, senza seguire la strada delle plusvalenze forzate come a Palermo, e regalando risultati al club. Mirante, Nocerino, Bernardeschi, Florenzi, Pellè e Sansone sono solamente alcuni dei giocatori che sono cresciuti negli ultimi anni allo “Scida”. Il Crotone in questo momento può contare su una rosa di 26 elementi (10 stranieri), con un’età media di 24,9 anni e tre nazionali (Mesbah, Rohden e Tonev). Nell’ultimo mercato di riparazione dalle casse societarie sono usciti 600 mila euro per l’esterno Acosty e la punta Kotnik, ma sono entrati 950 mila euro per le cessioni di Palladino e Salzano. Un saldo di 350 mila euro che si somma ai dati del mercato estivo chiuso con valori positivi di 2,7 milioni di euro grazie a cessioni per 7,5 milioni di euro e acquisti per 4,8 milioni di euro“. Questo quanto si legge nell’edizione odierna de “La Repubblica”.