L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla gara contro l’Avellino che il Palermo si appresta a disputare domenica.
Certe coincidenze fanno pensare che un qualche disegno esista. Filippi è un seguace di Gasperini e dell’Atalanta. Il 3-4-2-1, in tutte le sue sfumature, resta lo schema preferito, ma se è il caso, e capita anche al Gasp, bisogna fare di necessità virtù. L’allenatore l’ha fatto tornando indietro sui suoi passi rispetto a quando dichiarava: «Il modulo non si tocca, disorienterebbe i giocatori». Un dogma che ha messo in discussione per necessità e fattori tecnici e che, alla luce dei fatti, gli ha fruttato la doppia vittoria della scorsa settimana e i sei punti della riscossa.
A parte la doppietta di Fella, che giocherà una partita avvelenata contro la sua ex squadra, e la prima vittoria esterna, il Palermo ha in pugno la carta di un calendario in apparenza più agevole. Fino al giro di boa, cinque partite al Barbera, dove sembra imbattibile e tre in trasferta mentre il Bari in casa ne giocherà una in meno e l’ultima farà visita proprio ai rosa. Intanto domenica, tra Palermo e Avellino, sarà una partita speciale, da brividi come quelle che nella scorsa stagione hanno lasciato il segno per sconfitte brucianti prima in campionato e poi con l’eliminazione dagli spareggi perla B. Corsi e ricorsi, ex col dente avvelenato, incroci e storie. Mai banali. Rivincita? Chiamiamola anche così.
La verità è che il Palermo non può fermarsi: anche le prossime puntate potrebbe offrirgli l’opportunità di altri colpi di scena. A suo favore. Basta realizzare il « filotto di vittorie» chiesto da Filippi.