L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla palestra Virgin Active di Palermo, posta sotto sequestro. «Quella palestra non poteva essere trasformata come volevano loro, il progetto strutturale non era confermato dai calcoli», continua a ripetere l’ingegnere Piero Baucina, il titolare della “Le. il.” di Partinico, che aveva iniziato i lavori alla Virgin Active. «Ho preferito sospendere i lavori e rinunciare all’appalto — racconta — nonostante le insistenze dell’imprenditore Rosario Basile. Gli ho sempre risposto: “Quel progetto non si può realizzare”» . Poi, arrivò un’altra ditta in via Ventura. Due giorni fa, sono arrivati invece i poliziotti della Municipale alla Virgin Active, per sequestrarla. «Mi dicevano: “Firma, non succede niente” — racconta ancora Baucina — in coscienza non me la sono sentita. Era un lavoro da quasi cinque milioni di euro, ma se si fosse verificato un crollo sarebbe stata anche colpa mia».
La famiglia Basile si difende: «L’immobile è munito di agibilità fin dal 23 ottobre 2019». E viene annunciato il ricorso al tribunale del riesame, «per il dissequestro, nel più breve tempo».
Oltre a Filippo Basile, Antonino La Duca e Tommaso Castagna, sono indagati anche Giuseppe Monteleone, ex dirigente dello sportello e i funzioni Antonino Zanca e Sergio Marinaro.