Repubblica: “Palermo. Casco, arriva la stretta I vigili: «Controlli serrati al mare e nelle scuole»”
L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla nuova stretta dei vigili a Palermo.
A diciannove anni è finito in gravissime condizioni nel reparto di Terapia intensiva del Policlinico, dopo uno scontro con un’auto a bordo della sua Honda Sh 350 che guidava senza indossare il casco. È accaduto lunedì notte sulla rotatoria fra via
Villagrazia e via San Filippo, ed è soltanto l’ultimo di tanti, troppi drammi in fotocopia, come ha raccontato Repubblica in questi giorni con l’inchiesta sul mancato utilizzo del casco da parte del 14 per cento dei motociclisti palermitani. Una violazione che pesa sulla collettività non soltanto in termini di vite umane, ma anche di costi per la sanità pubblica: 1.500 euro al giorno per un ricovero in Terapia intensiva dopo un incidente in moto senza casco.
Ecco perché la polizia municipale, che negli ultimi due anni ha fatto poco più di 700 multe per violazioni di questo tipo, ha deciso di rafforzare i controlli, nonostante le forze in campo siano esigue: meno di 200 i vigili della stradale, anche se tutte le pattuglie in circolazione hanno il compito di intervenire di fronte a chi sfreccia a capo scoperto. L’obiettivo, adesso, è presidiare tutti i punti sensibili vicino alle scuole che apriranno i battenti la prossima settimana e allo stesso tempo le borgate marinare, in questo scorcio di fine estate, negli orari di punta: all’entrata e all’uscita dagli istituti e al rientro, appunto, dopo una giornata al mare.
«Cercheremo di intercettare proprio chi intende farla franca percorrendo brevi tragitti in moto con i figli al seguito senza casco per accompagnarli a scuola — dice Margherita Amato, comandante della polizia municipale — O anche i ragazzi che vanno a scuola da soli, a bordo dei motorini. Un modo per sensibilizzare all’uso corretto del dispositivo di sicurezza che, una volta indossato, può salvare la vita. Il tema, infatti, non è soltanto elevare la multa, ma far capire che non utilizzando il casco si mette a repentaglio la propria vita e quella degli altri, spesso degli stessi figli»