Repubblica: “Palermo. Cantiere dello stupro, niente è cambiato”
L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul cantiere del Foro Italico, luogo in cui avvenne lo stupro da parte del branco nel luglio scorso. Il quotidiano evidenzia il fatto che nulla sia cambiato e che i lavori non sono ancora conclusi.
Sono passati sette mesi e un giorno dalla terribile notte del Foro Italico e il cantiere dove la diciannovenne palermitana venne stuprata dal branco è ancora abbandonato, senza illuminazione, aperto in più punti e totalmente insicuro. Uno scenario per alcuni versi simile a quello di villa Bellini a Catania dove nove giorni fa è stata violentata una tredicenne da un gruppo di ragazzi egiziani.
A Palermo da quel tragico 7 luglio non è cambiato nulla. I proclami indignati dell’Amministrazione comunale sono rimasti lettera morta, i politici regionali pronti alla crociata contro la violenza non hanno mosso un dito e le riunioni in prefettura subito dopo il dramma hanno partorito solo linee guida e sterili analisi. La mobilitazione di agosto con fiaccolate per una movida sicura, i sit-in davanti al Comune, i comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica si sono rivelati fiammate estemporanee, in perfetta sincronia con i tempi della comunicazione social.
Le promesse di mettere in sicurezza il Foro Italico non sono state mantenute. Di azioni concrete e definitive per eliminare il degrado nemmeno l’ombra. Non c’è sorveglianza del sito fermo ormai da più di due anni e mezzo, i fari che puntano verso l’interno del cantiere sono spenti da anni e non hanno più i cavi elettrici. I ladri di rame hanno fatto razzia nel cantiere, hanno lasciato solo gli involucri in gomma penzolanti sui pali. I prefabbricati per gli uffici del cantiere sono stati vandalizzati e depredati di tutto. La recinzione dell’area è stata riparata nel punto dove la notte del 7 luglio entrarono i sette ragazzi e la vittima, ma sul lato che guarda il mare sono spuntate nuove aperture che consentono di violare senza difficoltà l’area di lavoro. Di notte ci dormono senza tetto e tossicodipendenti. «In molti punti la recinzione in lamiera è pericolante, basta un colpo di vento e viene giù tutto» dice un automobilista che ha appena parcheggiato davanti al cancello del cantiere e consegnato un euro al parcheggiatore abusivo.