“«Escludo che la soluzione ai nostri problemi possa arrivare dal mercato degli svincolati. La politica della società è arrivare sino a gennaio, ma se qualcuno me lo chiedesse devo farmi trovare pronto. C’è qualche svincolato che stiamo monitorando». Nella dichiarazione di Daniele Faggiano c’è tutto il conflitto interiore del direttore sportivo del Palermo che, da un lato, si accorge che alla squadra manca un vero attaccante e quindi è normale che guardi anche agli svincolati, dall’altro, vorrebbe arrivare a gennaio soprattutto per dare fiducia ed ottimismo al gruppo attuale che lavora con De Zerbi. «Lo svincolato – dice Faggiano – è un punto interrogativo. Sino a gennaio non possiamo cambiare e quindi dobbiamo dare fiducia a quelli che già abbiamo e sperare che Nestorovski cresca e che i fatti ci smentiscano. A me non importa chi fa gol, quello che conta è fare gol. Mi andrebbe bene anche se li facesse tutti Rispoli». Battute a parte, in attesa che Nestorovski esploda e che Trajkovski e Quaison tornino a disposizione, Faggiano si guarda intorno. «Tutti parlano di Cavenaghi – dice il direttore sportivo rosanero – Ma Cavenaghi ha segnato diciannove gol nel campionato cipriota che è tutta un’altra cosa rispetto a quello italiano». Sì, proprio come quello croato dove Nestorovski ha segnato venticinque reti. Cavenaghi, dalla sua, avrebbe però la grande esperienza maturata in Argentina e in Europa, ma non è l’attaccante di Buenos Aires l’unico a essere monitorato da Faggiano. Un altro è Marouane Chamakh, ventottenne franco marocchino che lo scorso anno ha giocato con la maglia del Crystal Palace. E ancora, c’è Emmanuel Adebayor, togolese anche lui ventottenne, che lo scorso anno era pure lui nel Crystal Palace che però ha il problema di non essere comunitario. C’è poi Dimitar Berbatov, trentacinquenne bulgaro lo scorso anno al Paok Salonicco. Insomma nomi più o meno famosi di calciatori che al Palermo potrebbero certamente tornare utili. Ma Faggiano, come è naturale, in attesa di poter fare qualcosa punta su quelli che in casa. «Dobbiamo cercare di fare rendere al massimo quelli che abbiamo – dice – La squadra è viva e ci crede. Chi non è positivo può tranquillamente starsene a casa, ma questo è un gruppo sano di seri professionisti. Sabato sera, subito dopo la sconfitta con il Napoli, ho letto negli occhi dei miei giocatori la voglia di rivincita. Se avessero potuto sarebbero scesi in campo già il giorno dopo». Insomma, al Palermo nessuno nega i problemi – del resto sarebbe come negare l’evidenza – ma l’obiettivo è quello di guardare avanti, di dare fiducia al gruppo e cercare di tirarsi fuori dai guai con le proprie forze. «Io non sono venuto a Palermo per fare il fesso – dice Faggiano – Come me anche il nuovo allenatore. Abbiamo un progetto a lungo termine. Se vedessimo solamente nero il nostro lavoro sarebbe inutile. Io cerco di guardare sempre avanti. Se sono a Palermo è perché voglio migliorare: Giorno dopo giorno. Ci tengo a fare bene e non voglio fare cattive figure». I propositi sembrano essere buoni, ma nel calcio quello che contano sono i fatti. I fatti dicono che in tre giornate il Palermo ha un solo punto, ha segnato una sola rete con un tiro di un difensore deviato, ha subito cinque gol. E domenica c’è il Crotone una diretta rivale per non retrocedere. «Dopo tre giornate di campionato non si può certo parlare di ultima spiaggia, ma è una gara molto importante e noi ce la possiamo giocare con tutti»”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica” in merito alle parole di Daniele Faggiano rilasciate ieri in conferenza.