L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sull’emergenza Coronavirus a Palermo. Prima dell’emergenza coronavirus se la cavavano vendendo frutta e verdura, oggetti di qualsiasi tipo al mercato dell’Albergheria o facendo lavori edili o di pulizia in nero. Adesso che non possono più andare in strada come prevede il decreto ” io resto a casa”, non guadagnano più quei dieci euro al giorno che permettevano almeno di fare la spesa. In città sono 1200 le famiglie rimaste senza reddito da quando è scoppiata l’emergenza coronavirus che il Comune sta cercando di aiutare, grazie a una rete di volontari. Ma il censimento è soltanto all’inizio. «Sono famiglie che non godono del reddito di cittadinanza – dice Giuseppe Mattina, assessore comunale alle Attività sociali – Ma anche anziani che da soli non ce la fanno. Abbiamo organizzato una centrale unica di erogazione del banco alimentare che coinvolge anche il banco delle opere di carità in sinergia con la Caritas. Così garantiremo la spesa a chi ha bisogno». Venditori ambulanti, lavoratori in nero, stranieri: persone che vivono in un limbo e che adesso arrancano. A Brancaccio, i professori dell’istituto Padre Pino Puglisi che hanno attivato la didattica a distanza da quando è scattato lo stop alle lezioni, registrano la disperazione delle famiglie. «Una ragazza della scuola media che avevamo contattato per i compiti – dice Domenico Buccheri, vice preside dell’istituto – Ci ha detto che il papà muratore non lavora più e che a casa con tre figli non sanno come fare». A Brancaccio il 70 per cento delle persone vive con quello che rimedia dalla strada e con lavori saltuari». Anche a Ballarò si è attivata una rete di associazioni. Il ristorante Moltivolti ha lanciato un appello a fondazioni private e grosse aziende per pagare i pasti ( a prezzo di costo) per un centinaio di persone che in questo momento stanno soffrendo nel quartiere. «Se non ho cosa mangiare devo uscire a cercare qualcosa da mettere in pentola. Questo diventa emergenza sanitaria» , dice Claudio Arestivo di Moltivolti. L’sos è scattato anche per la comunità rom: 94 persone di cui 49 minori. Per loro è stata lanciata una raccolta fondi, tramite la Caritas: raccolti 800 euro. «Nei giorni scorsi abbiamo portato i generi di prima necessità. Non li lasciamo soli», dice Carla Mazzola dell’osservatorio contro la dispersione dell’ufficio scolastico regionale.