L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sull’Amat e sul rischio sospensione di 80 linee.
Che gli autisti dell’Amat siano pochi e che l’azienda riesca a mandare in strada appena 140 bus al giorno è un fatto noto da tempo. Ma adesso lo spauracchio è che dal primo marzo di vetture per le strade della città ne potrebbero circolare 80 in meno, 40 nel turno mattutino e 40 in quello pomeridiano. L’allarme arriva dai sindacati, preoccupati perché il 28 febbraio scade il contratto dei 90 autisti interinali e il piano di assunzioni da 240 posti non è ancora entrato a regime. Per sbloccarlo serve che le parti – il Comune con una delibera della giunta e il Cda dell’Amat con un voto – approvino nel dettaglio il piano di risanamento: cioè una rimodulazione dei servizi di parcheggio a pagamento, segnaletica stradale, rimozione forzata delle auto sui quali l’Amat perdeva quasi 5,5 milioni l’anno, che consentirebbe all’azienda di rilanciarsi e di lasciarsi alle spalle gran parte contenzioso con il Comune.
«Il piano è pronto e la giunta comunale ne ha già discusso – dice l’assessore con delega ai rapporti con le società partecipate Giusto Catania – Aspettiamo che si pronunci il consiglio di amministrazione dell’Amat e siamo pronti ad approvare la delibera che sblocca anche le assunzioni subito». Al di là dei rimpalli tra le parti il passaggio è fondamentale perché la società guidata Michele Cimino ha intenzione di non rinnovare il contratto agli autisti interinali e di procedere con le nuove assunzioni: 240 entrate tra cui la selezione appunto di cento nuovi autovetture.
Eppure se non si fa presto il servizio in strada rischia di arretrare con conseguenze sul servizio pubblico e un paradosso: i mezzi ci sono e il parco auto si sta rinnovando – l’estate scorsa sono entrati in servizio 33 autobus nuovi e l’azienda ha appena annunciato una nuova commessa da 17 milioni per altri 60 bus – ma mancano gli autisti per guidarli. Da mesi dagli autoparchi escono 160 mezzi in inverno, 120 in estate su un totale di 390 vetture. Che l’azienda abbia bisogno di un rilancio lo dicono i numeri: secondo l’ultima relazione trimestrale dell’azienda del periodo settembre – dicembre 2021, l’Amat ha riportato un utile di esercizio di 7,4 milioni, ma questo solo per merito di ricavi eccezionali di 9,3 milioni, tra rimborsi malattia degli anni tra il 2015 e il 2018 (6,1 milioni) e oltre tre milioni di ristori per i mancati introiti nel periodo del Covid.