Se non dovesse piovere a sufficienza, con i ritmi attuali di consumo, le riserve idriche dei quattro bacini che dissetano Palermo rischiano di esaurirsi entro fine gennaio: appena sessanta giorni di autonomia. È questo il quadro delineato dalla cabina di regia che, di fronte a una situazione ormai critica, ha deciso di estendere i razionamenti dell’acqua ad altri quartieri cittadini, con l’avvio previsto per lunedì prossimo.
I numeri della crisi
Secondo i dati presentati dall’Amap, nei quattro invasi principali — Rosamarina, Poma, Scanzano e Piana degli Albanesi — restano 18 milioni di metri cubi utilizzabili su una capienza totale di 177 milioni: il 10,3% della capacità massima. Un dato allarmante se confrontato con lo stesso periodo dell’anno scorso, quando le riserve idriche erano superiori del 70%.
Nel dettaglio, la diga Poma dispone di 9 milioni di metri cubi su una capacità di 72; Rosamarina di 3 milioni su 73; Scanzano di 2,3 milioni su 7,3; e Piana degli Albanesi di 3,8 milioni su 25. Numeri che parlano chiaro: la città è di fronte a una situazione peggiore rispetto all’ultimo razionamento significativo, avvenuto tra il 2016 e il 2017, quando i bacini avevano una capacità residua del 33%. Questa emergenza idrica è stata approfondita nell’analisi pubblicata oggi da La Repubblica – Edizione Palermo, che illustra l’impatto dei nuovi piani di razionamento e le difficoltà di gestione di un sistema ormai al collasso.
Le misure di razionamento
A partire dalla prossima settimana, il razionamento, già attivo per 150mila persone dal 7 ottobre, coinvolgerà altri quartieri, portando a 250mila il numero di cittadini interessati. Si tratta del 40% della popolazione palermitana, con interruzioni di una giornata a settimana nell’erogazione dell’acqua. Le nuove aree colpite includono le borgate marinare di Partanna Mondello e Sferracavallo, zone dell’Ottava circoscrizione come viale Lazio, Don Bosco, Leoni, Cardillo-Marinella, Strasburgo e San Lorenzo-Trabucco, oltre a Villa Adriana Monte Ercta e Boccadifalco-Baida.
Disagi aggiuntivi
L’Amap ha avvertito che potrebbero verificarsi disservizi aggiuntivi nelle zone interessate, con interruzioni di 12-24 ore e possibili «lievi incrementi di torbidità» al ripristino del servizio. A questi problemi si sommano le frequenti rotture di una rete idrica ormai vetusta, come dimostrato dall’ultimo intervento a San Ciro per riparare una perdita alla condotta.
Emergenza anche nei comuni della provincia
La crisi non riguarda solo Palermo. Da mesi, l’Amap ha introdotto piani di razionamento in vari centri della provincia, come Trappeto, Balestrate, Torretta e Isola delle Femmine, oltre ai provvedimenti varati già in estate in comuni come Cefalà Diana, Mezzojuso, Capaci e Camporeale.
Con la stagione delle piogge che tarda ad arrivare, la situazione idrica di Palermo e provincia resta critica, evidenziando una fragilità strutturale che necessita interventi urgenti e una revisione complessiva della gestione delle risorse.