L’edizione odierna de “La Repubblica” ha analizzato i motivi per cui il Palermo dovrebbe centrare la promozione. Ecco quanto si legge:
“C’è molto di più della promozione in serie A in palio per il Palermo. Nei play- off, che per i rosanero scatteranno mercoledì prossimo con la semifinale d’andata sul campo della vincente fra Venezia e Perugia, la posta in gioco è molto più alta. Non solo per il prestigio del ritorno nel massimo campionato, ma anche per gli aspetti economici che ruotano attorno all’eventuale terza promozione in A sotto la gestione Zamparini.
Diritti televisivi Fra gli aspetti certamente più sostanziosi che devono invogliare il Palermo a ritornare in A c’è senza dubbio il diverso trattamento economico che c’è in termini di cessione di diritti televisivi fra serie A e B. Anche con la risoluzione del contratto di Mediapro che faceva stimare un guadagno per i rosanero in caso di promozione con un aumento dei ricavi fino a oltre quaranta milioni di euro, la nuova soluzione dovrebbe mantenere il valore intorno ai trentacinque milioni di euro. Quasi dieci volte in più rispetto a quanto prevede il sistema per una squadra di B che va avanti in Coppa Italia. Già perché in questa stagione il Palermo ha usufruito del cosiddetto paracadute per 25 milioni di euro, ma in caso di permanenza in B, il club entrerebbe nella gestione ordinaria della ripartizione dei diritti tv del campionato. Una divisione con un criterio diverso rispetto alla A: il 75 per cento dei 60,5 milioni di euro all’anno che la Lega di B chiede come offerta minima per la cessione dei diritti va ripartita in parti uguali fra le diciannove squadre del campionato ( ad eccezione delle tre retrocesse che usufruiscono del paracadute). L’altro 25 per cento è ridistribuito in base ai risultati conseguiti in Coppa Italia nel corso della stagione.
Contratti giocatori Per fare fronte alla contrazione dei ricavi in questa stagione e non correre il rischio di imbattersi in crisi di liquidità, il Palermo ha proposto e ottenuto da quasi tutti i suoi giocatori la rimodulazione degli stipendi. In pratica nel corso della stagione, per ottenere le liberatorie sui controlli periodici che vigilano sul pagamento degli emolumenti, la società ha proceduto all’abbattimento della componente fissa dello stipendio, bilanciandola con bonus facilmente raggiungibili ma che deve essere pagata comunque entro la stagione sportiva, vale a dire entro il 30 giugno. In alcuni casi per arrivare a una conclusione positiva delle trattative singole con i giocatori è stato messo sul piatto un contratto con un adeguamento economico automatico per la prossima stagione. Solo in pochi casi questo è vincolato al raggiungimento della promozione. Il giro d’affari della serie A garantirebbe anche queste spese già previste a prescindere dal campionato della prossima stagione.
Situazione di cassa L’eredità di tutta la vicenda legata all’istanza di fallimento ha portato il Palermo ad avere una gestione ancora più efficiente delle risorse di quanto non era avvenuto in passato. Uno dei punti di forza delle perizie di parte del club era la mancanza di visione gestionale prospettica della procura legata alla probabile promozione in A. La situazione adesso è diversa. Non c’è un allarme rosso, ma è chiaro che la mancata promozione in A significherebbe fare scattare un piano B per non correre il rischio di avere problemi di liquidità.
Cessione del club Ultimo, ma non per importanza, l’aspetto legato alle trattative per la cessione del club. Zamparini sa bene che il suo potere contrattuale con una squadra in A sarebbe ben diverso rispetto alla necessità di vendere una società per il secondo anno di fila in B e che ha appena sventato un’istanza di fallimento. Al di là delle stime che fa il club con un prezzo per l’intero pacchetto azionario da 25 o 50 milioni di euro a seconda della serie di appartenenza, se a un prezzo più basso può corrispondere una maggiore possibilità di vendita, a un Palermo promosso in A e con un prezzo più alto potrebbe corrispondere anche un progetto più interessante per i tifosi”.