L’edizione odierna de “La Repubblica” riporta alcune dichiarazioni rilasciate ieri in conferenza stampa da Bruno Tedino, in vista del match di oggi alle 15 contro il Parma: “Il tentativo di mettere tutto da parte e parlare solamente di Parma- Palermo che si giocherà oggi alle 15 Bruno Tedino lo ha fatto. Ma sono successe troppe cose negli ultimi giorni per non affrontare certi argomenti. A cominciare dal rimpasto nei quadri tecnici e dirigenziali che a ben guardare ha risparmiato solamente la sua figura. In pratica fra Aladino Valoti nel ruolo di direttore sportivo, Claudio Bordon come responsabile dei preparatori atletici e Andrea Cannavacciuolo nelle vesti di mental coach, l’allenatore del Palermo è rimasto l’unico della vecchia gestione. «Non sta a me commentare l’esonero di Lupo – dice Tedino – chiaramente vorrei dire due parole per un diesse che per me e con me ha fatto un lavoro importante per qualità, comunicazione e competenza. Con Valoti in questi giorni ci siamo confrontati perché non abbiamo mai lavorato insieme. Gli altri che sono arrivati vengono a completare o, se ci sono, colmare eventuali lacune. Un professionista esemplare come può essere Bordon può incidere e dare una grossissima mano a un ambiente che magari ha bisogno dello 0,01 per cento per arrivare al suo obiettivo. Le persone intelligenti non arrivano qui a gamba tesa per buttare per aria quello che abbiamo fatto. Non mi sento solo, mi sento molto forte e competente, uno con cui confrontarsi e che può dire quello che pensa a livello lavorativo». L’altro aspetto messo sotto indagine nonostante il 4- 1 contro l’Ascoli e la reazione dimostrata dopo lo svantaggio già martedì sera, è quello mentale. « Il mental coach non è quell’azzeccagarbugli che si pensa – dice Tedino – Non credo che io non sia capace di motivare i giocatori e non è questo il messaggio che ha voluto dare la proprietà, ma la volontà è quella di prendere una persona preziosa per lo staff che può dare una mano per raggiungere l’obiettivo. Per me conta il “noi”: è il primo anno che faccio la B, ma voglio usare la mia testa e il mio modo di pensare. Sono io il responsabile tecnico della squadra, la metodologia lavorativa sarà simile a quello che abbiamo fatto fino ad ora, ma se c’è un di più che può esserci utile perché non provarlo? Certo, mi piacerebbe tantissimo che le persone che sono arrivate dicessero “ caspita pensavamo di trovare una situazione diversa, invece va bene così”». Quella di Parma per Tedino è più una partita da vincere per dare continuità di rendimento nelle rincorsa alla serie A che per mettersi al sicuro da voci di un tutor, come nel caso di Reja corteggiato per il ruolo di direttore tecnico, o di esonero. « Vado avanti per la mia strada – dice – non ho mai avuto nessun tipo di segnale sotto questo aspetto e se dovesse arrivare qualcuno… ( lascia monca la frase, ndr). Penso solo all’immediato futuro e al Parma. Certo, dopo quello che è successo nel primo tempo contro l’Ascoli sarebbe crollato pure un elefante, se la squadra fosse stata contro di me sarebbe stato quello il momento per dimostrarlo. Invece non ho mai avuto dubbi sui ragazzi e sulla loro voglia di ritornare in A»“.