L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul Pride che si è tenuto ieri per le strade di Palermo.
I bambini sul carro delle famiglie arcobaleno e le maestose drag queen con ciglia e piumaggi lunghissimi. Gli anziani sui balconi a sventolare fazzoletti e i ragazzi scatenati nelle danze alla ricerca della loro identità. Sullo sfondo, ovunque, i colori dell’arcobaleno. Sulle magliette, le bandiere, gli adesivi a forma di cuore attaccati al petto.
Palermo è tornata ad accogliere il Pride dopo lo stop dell’anno scorso dettato dalla pandemia e ha tagliato così il traguardo di dieci anni di storia in città dall’edizione del 2010. Ieri, oltre 20mila persone — secondo gli organizzatori quasi 30mila — hanno sfilato dal Foro Italico fino a villa Filippina con tre carri al seguito. La più grande manifestazione di piazza dopo che il Senato, mercoledì, ha affossato il disegno di legge Zan contro l’omobitransfobia. Un Pride politico, più del solito.
La grande partecipazione, nonostante l’emergenza sanitaria in corso, infatti, è stata soprattutto una risposta al no su una legge che per il mondo Lgbtqia+ “ rappresentava un passo in avanti nella battaglia per la parità di genere”, dicono dal coordinamento del Pride. In testa al corteo, a tenere lo striscione con lo slogan “ Fascisti tremate, le streghe son tornate” — e tutto attorno le foto con sopra delle impronte di mani insanguinate di Matteo Salvini, Mario Draghi, Simone Pillon e Papa Francesco — per la prima volta nessun politico. Una scelta del coordinamento del Pride che l’ha ritenuto “inopportuno”.
Ma il sindaco Leoluca Orlando con tutta la giunta era presente. «Questa è la Palermo dei diritti che si rivolge all’Italia dei diritti negati. La bocciatura al senato del ddl Zan è un atto eversivo che viola i principi della nostra Costituzione. Il Parlamento ha scritto una pagina nera della vita del nostro Paese che fa fare un salto indietro rispetto a un cammino che la città di Palermo, invece, continua», dice Orlando. Intanto Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea regionale siciliana, si è illuminato con i colori dell’arcobaleno. «È un chiaro segno di apertura e accoglienza per la lotta alle discriminazioni» , dice Sandro Mangano, responsabile regionale del Dipartimento libertà civile di Forza Italia. In collegamento video, in serata a villa Filippina, Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace condannato a 13 anni per la gestione dell’emergenza migranti.