Repubblica: “Oggi si decide il futuro del Palermo. Bilanci in regola e un organico da 42 milioni, ecco la difesa della società in 4 punti”
Con la serenità di chi ha fatto di tutto per dimostrare la solidità dei propri conti. Si presenta così il Palermo davanti alla quarta sezione del tribunale. L’istanza di fallimento, a detta della società di viale del Fante, ha permesso di mettere in pratica una serie di iniziative per consolidare il proprio stato patrimoniale e avviare un processo di ulteriore razionalizzazione dei costi per evitare in futuro il ripetersi di ulteriori stati di criticità. Il club di Maurizio Zamparini, presieduto da Giovanni Giammarva, sottolinea come l’istanza è stata un’opportunità per effettuare una serie di verifiche che hanno reso ancora più trasparente e rigorosa la situazione societaria. 1. Il marchio Prima della presentazione dell’istanza di fallimento il Palermo non riteneva necessario incassare i crediti vantati dalla Alyssa, la società riconducibile a Zamparini che ha comprato da Mepal ( Merchandising Palermo) il marchio rosanero ceduto per esigenze contabili. Per mettersi al sicuro, però, l’Alyssa ha effettuato un bonifico da 4 milioni di euro al Palermo, acquistando anche un debito del club per 7,5 milioni di euro. Il club resta creditore per 28,5 milioni di euro, una somma garantita da due fideiussioni rilasciate dalla Gasda, la società di famiglia del patron. 2. Il fisco Il Palermo ha già migliorato di circa 5 milioni di euro la propria posizione debitoria da 8 milioni di euro con l’erario, accordandosi per la rateizzazione di altri tre milioni di euro in quattro anni. Nel dettaglio il Palermo ha saldato il mancato versamento dell’Iva pagando 1,2 milioni di euro, approfittando del decreto sulla rottamazione delle cartelle esattoriali. Oltre a questo Zamparini ha risolto contenziosi con il fisco per altri tre milioni di euro che riguardavano contributi previdenziali, Irpef e altre imposte. Sui 3 milioni di euro che restano da pagare il patron ha ottenuto la rateizzazione, trasformando la cifra da debito scaduto a debito corrente e dunque fuori dal passivo. 3. I giocatori Per il club il parco giocatori da solo basterebbe a garantire eventuali creditori. Un dato che il Palermo si è fatto mettere nero su bianco dalla società Wallabies per confutare le tesi della consulenza della procura sul valore dei giocatori che attestava la plusvalenza possibile attorno a 19,8 milioni di euro. Per il Palermo i giocatori valgono 42.304.710 di euro, un dato compatibile con il valore medio stimato dalla consulenza super partes che quantifica la rosa in 58.395.533 euro. La media è il frutto di una valutazione massima di 96.337.367 e una minima di 27.357.860 euro. La vittoria più grande per il Palermo è che per i consulenti della sezione fallimentare del tribunale la stima di parte è comunque da considerare attendibile. 4. I debiti Il Palermo contesta in toto la stima di 63 milioni di euro di debiti inserita nell’istanza di fallimento. Oltre la conferma della correttezza dei tre bilanci 2014, 2015 e 2016, la società presieduta da Giammava ha provveduto a una riduzione della posizione debitoria per effetto di compensazioni e transazioni. La stima del passivo è di circa 24 milioni. Questo quanto si legge sull’edizione odierna della “Repubblica”