“Vecchie e nuove realtà della televisione si sono lanciate offrendo i loro contenuti online, spinte dalla concorrenza dei colossi dello streaming come Netflix e Amazon. Ma dopo il moltiplicarsi delle iniziative, delle app e degli abbonamenti, con una continua frammentazione, ora sembra iniziata una fase diversa: al centro delle attenzioni di Disney, Comcast e Fox che ne vogliono il controllo, Sky unisce ora le forze con un concorrente di prima grandezza. roma La vecchia signora e il giovane rampante. Matrimonio improbabile, se non del tutto impossibile. Fino a ieri. Sky e Netflix hanno siglato un patto e così lo scontro fra modi diversi di fare televisione è divenuto accordo. Dal prossimo anno prima in Inghilterra e in seguito in Italia, Germania e Austria, con il decoder di Sky di ultima generazione si potrà navigare anche fra serie, film e documentari del colosso dello streaming californiano. Gomorra al fianco di Narcos, Trono di Spade vicino a The Crown. Un solo telecomando, quello del decoder Q, per due universi che sembravano destinati a restare separati e soprattutto antagonisti. Si vede che la “ vecchia signora”, per la quale si stanno battendo la Disney, la Comcast e Fox, poi tanto vecchia non è. Si vede anche che il giovane rampante per continuare a raccogliere abbonati andando oltre gli attuali, e proseguire così la sua galoppata in borsa, deve raggiungere quel pubblico che per età e attitudine non si è mai avvicinato allo streaming. « Divisa in mille rivoli, offerta ovunque, su più dimensioni». Diane Tryneski, a capo della divisione digitale di Hbo, fabbrica di successi planetari come Trono di Spade, WestWorld, Sopranos, True Detective, il futuro della tv a noi lo aveva raccontato così poche settimane fa. La sua azienda, tanto per fare un esempio, in America e nord Europa ha un’app streaming, ma continua a passare via cavo e da noi viene distribuita da Sky. «Tutti competono con tutti e a volte si alleano, secondo il mercato, le esigenze, il momento » . Ecco. A quanto pare, dopo la stagione del tutti contro tutti, la stagione delle grandi alleanze, matrimoni e acquisizioni è iniziata. Se siete già abbonati sia a Sky sia a Netflix, l’operazione vi riguarda relativamente. Potrete però inserire le vostre credenziali e avere tutto assieme sul Q e continuare a vedere i due mondi separatamente su altri dispositivi. Ma dei quattro milioni e 678mila spettatori italiani di Sky, quelli dal doppio abbonamento non sono poi molti. I dettagli dell’offerta, iniziando dal prezzo, devono ancora esser stabiliti. Si dice però che sarà un prezzo competitivo. Sky costruirà un pacchetto che affiancherà agli altri con dentro tutti i contenuti di Netflix aggiungendone alcuni propri. Aumenterà la sua attrattiva con una maggiore quantità di contenuti, Netflix metterà un piede in case dove la porta difficilmente sarebbe riuscita a farsela aprire. Pensate alla casalinga di Voghera. « Una bomba » , taglia corto Paolo Pescatore, vice presidente della Ccs Insight, azienda di consulenza inglese che si occupa di media da decenni e che di italiano (oltre al nome) ha solo le origini essendo cresciuto nel sud di Londra. «La rivoluzione della televisione online sta portando cambiamenti profondi ma una frammentazione altissima. Si rischia di arrivare a una situazione dove per passare da una serie all’altra bisogna passare da un abbonamento all’altro. Questo è un accordo che funziona per entrambe ed è un accordo storico». I commenti di rito da parte delle due aziende sono entusiasti. Quelli di Netflix però sensibilmente più asciutti. E oltre al comunicato (di Sky) non si va. «È un ottimo modo per attirare l’attenzione e rafforzare la lucentezza dei propri marchi » , commenta Luca Barra, che all’Università di Bologna si occupa di tv e media digitali. «Il matrimonio unisce due dei nomi più forti nella produzione di contenuti. Ma sembra più una tregua armata in un’epoca piena di stravolgimenti. Un esperimento per esser certi di superare la tempesta in attesa di una normalizzazione del settore». Una normalizzazione che, fatalmente, alla fine vedrà dei vincitori e dei vinti. Il tempo degli spettatori, così come la loro possibilità di sottoscrivere abbonamenti, ha infatti un limite. E questo sia a Netflix sia a Sky lo sanno bene”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica”.