Repubblica: “Noi “vecchi” raccattapalle sapevamo aiutare la squadra. Ma da quest’anno è vietato”
L’edizione odierna de “La Repubblica Palermo” si sofferma sui raccattapalle che da quest’anno non potranno più aiutare le squadre in campo.
Era il 1° settembre 1985, una giornata che molti tifosi del Palermo ricordano con affetto. Per un pomeriggio, lo stadio comunale della Favorita si trasformò in un teatro di sogni, dove il Palermo, dopo anni di inferno e purgatorio tra Serie C e Serie B, tornò a respirare l’aria del grande calcio, affrontando la Juventus di Michel Platini in una partita di Coppa Italia. Sebbene la Juventus vinse 3-1, per i tifosi rosanero quel match rappresentò molto più di un semplice risultato: fu un ritorno al calcio dei grandi, anche se solo per un giorno.
Tra i protagonisti nascosti di quella giornata c’era un giovane raccattapalle, uno dei ragazzi fortunati che giocavano nel settore giovanile del Palermo. Durante la partita, questi ragazzi avevano il privilegio di essere a pochi passi dai loro idoli, di correre lungo la linea laterale per recuperare i palloni, e di sentirsi, anche solo per un istante, parte integrante della squadra.
“Al ventunesimo minuto del primo tempo,” ricorda uno di quei raccattapalle, “quando il Palermo ottenne un rigore, corsi lungo la linea laterale per vedere il tiro da vicino. Totò De Vitis spiazzò Stefano Tacconi e lo stadio esplose di felicità.” Questi sono i momenti che rimangono impressi nella memoria, istanti in cui un giovane tifoso sente di poter influire, anche solo minimamente, sul destino della partita.
Ma quei giorni sembrano ormai destinati a diventare un ricordo. La Lega Calcio ha deciso di sostituire i raccattapalle con coni di polietilene sui quali saranno posizionati i palloni. I giovani raccattapalle non avranno più il compito di consegnare il pallone ai giocatori, perdendo così quella piccola, ma significativa, partecipazione al gioco.
Questo cambiamento non è solo una questione logistica, ma tocca anche il cuore del calcio stesso. Il mio allenatore, un irriducibile difensivista, ci insegnava che il nostro compito come raccattapalle poteva essere decisivo: “Se stiamo pareggiando o perdendo, siate svegli e veloci. Ma se vinciamo, rallentate, prendetevela comoda.” Questo tipo di astuzia, questa piccola tattica, faceva parte del gioco.
Da quest’anno, però, i raccattapalle non potranno più essere “dentro” la partita. Non potranno più sognare di influenzare il gioco con un gesto veloce o un piccolo ritardo, né provare l’emozione di passare la palla al loro eroe sul campo. Ogni movimento sarà regolato dalla Lega Calcio, che ha eliminato il contatto tra i raccattapalle e i giocatori.
Molti hanno già scritto che questa nuova regola cancella un pezzo del nostro calcio. Forse è vero. Quei ragazzini che, in base alle circostanze del momento, consegnavano o nascondevano il pallone, mancheranno a tutti. Perché il raccattapalle è sempre stato una figura sospesa tra il potenziale calciatore di domani e il più fortunato dei tifosi di oggi, quello che può guardare un gol da dietro la porta e poi correre ad abbracciare chi lo ha segnato.
Il calcio cambia, ma con esso se ne va anche un piccolo frammento della sua magia. E noi, che abbiamo avuto la fortuna di essere parte di quel mondo, non possiamo che guardare con un po’ di nostalgia a quei giorni passati, quando anche un semplice raccattapalle poteva sentirsi, per un attimo, l’eroe di una grande sfida.