Repubblica: “Morto un Palermo se ne fa un altro. Zamparini e Tuttolomondo…”

L’edizione odierna di “Repubblica”, parla di un Palermo pronto a rinascere come un’Araba Fenice. Nuovo nome, nuovi proprietario e nuovo palcoscenico per risorgere come già capitato oltre trent’anni fa. La spina alla vecchia società è stata staccata, con Gravina, presidente della Figc, che nelle ultime settimane è stato in contatto con il sindaco Orlando. Dopo la decisione ufficiale della Covisoc, che ha respinto il ricorso presentato dalla vecchia proprietà rosanero targata Arkus Network, il primo cittadino di Palermo ha presentato in via ufficiale il bando per l’acquisizione del nuovo titolo sportivo.  Sarà proprio Orlando ad avere l’ultima parola e a decidere il futuro proprietario del Palermo Calcio. Il club sarà dato a imprenditori con evidenti risorse finanziarie, con la fedina penale pulita e che non facciano della squadra rosanero un “satellite”. «La storia del Palermo – dice il sindaco – ha visto momenti molto belli, ma oggi stiamo assistendo a uno dei momenti peggiori. Per questo la nuova società avrà come primo compito quello di ricostituire un clima di fiducia e di passione tra i tifosi. È fondamentale che la città esca da un periodo troppo lungo e troppo buio». Oltre a Orlando, vigileranno sulla scelta anche l’ex presidente del Tribunale di Palermo Leonardo Guarnotta e l’ex ministro Carlo Vizzini. Si potrà partecipare al bando fino alle 20 del 23 luglio, poi sarà presa la decisione in tempo utile per iscrivere il nuovo Palermo in serie D. I guai giudiziari di Zamparini e il possibile crac dell società però, riguardano ancora il vecchio corso rosanero ormai calcisticamente morto. Orlando ha annunciato: «agirò legalmente contro chi ha portato il Palermo in questa situazione. Attendo l’iscrizione della nuova società in serie D per procedere contro i vecchi proprietari del club che hanno privato i tifosi dell’iscrizione della squadra in serie B». Arkus Network intanto ha detto di voler ricorrere al Collegio di garanzia del Coni e poi eventualmente al Tar.