L’edizione odierna de “La Repubblica” riporta le dichiarazioni di César Menotti, ex CT dell’Argentina:
«Maradona? Era immortale ma non era dio, non era un modello morale e non voleva esserlo, non era neanche Pelé. Era un ragazzo che aveva sofferto e un uomo che voleva vivere a modo suo. Quando giocava, sì, è stato il più grande del mondo».
«Se mi aspettavo la sua morte? In passato sì, non mi avrebbe sorpreso, ma non ora. La notizia mi ha sconvolto, sapevo che Diego aveva superato l’operazione alla testa, ero fiducioso nel suo ennesimo recupero. Una follia, per me il dolore più grande. Gli hanno succhiato il sangue. Però mi feriva anche vedere come si era ridotto negli ultimi mesi. Andò ad allenare il Gimnasia e non si reggeva neppure in piedi».
«Penso che avesse paura di non essere più amato e questo era impossibile. Gli dicevo: hai tutto, sei Maradona, hai figlie bellissime. La sua ansia era ingovernabile. Qualcuno ha detto che era come se ogni giorno pensasse di dover segnare un gol agli inglesi. Una condanna».